Sostenibilità degli acquisti pubblici: cosa possono fare le regioni
Ogni anno il settore pubblico (Confederazione, Cantoni, città e comuni) acquista beni e servizi per 40 miliardi di franchi circa, pari al 6 per cento del prodotto interno lordo. Con la revisione della legislazione sugli appalti pubblici, questi ultimi sono diventati una potente leva per indirizzare l’economia verso percorsi più sostenibili. Florian Schuppli spiega che cosa possono fare le regioni.
A cura di Florian Schuppli: vice direttore seeland.biel/bienne, BHP Raumplan AG
Dopo anni di trattative, il 21 giugno scorso il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno approvato all’unanimità la revisione totale della legge federale sugli appalti pubblici (LAPub). La legge è in linea con le disposizioni internazionali dell’OMC e entrerà presumibilmente in vigore il 1° gennaio 2021. Si lavora per armonizzare le normative federali e cantonali vigenti in materia alla luce del rivisto Concordato intercantonale sugli appalti pubblici (CIAP). Per quanto concerne l’aggiudicazione delle commesse pubbliche, la legge si propone anzitutto «un impiego dei fondi pubblici economico, nonché sostenibile sotto il profilo ecologico, sociale e dell’economia pubblica». In futuro, si aggiudicherà l’appalto il fornitore che ha presentato l’offerta più vantaggiosa e non, come in passato, la più favorevole dal profilo economico. Per le imprese e le autorità, dunque, c’è un cambio di paradigma: beni e servizi dovranno essere valutati non solo in base al prezzo d’acquisto ma anche ai costi che comportano durante l’intero ciclo di vita.
Opportunità per l’economia circolare
Il fatto che il prezzo non è più l’unico criterio d’acquisto, ma uno dei tanti assieme alla durata di vita e all’innovatività di prodotti e servizi, alla compatibilità ambientale e a eque condizioni di lavoro, offre nuove opportunità all’economia circolare. È quanto è emerso al congresso organizzato dalla Fondazione Pusch, svoltosi il 29 ottobre 2019 a Bienne. I prodotti (p. es. materiali da costruzione riciclabili e imballaggi riutilizzabili) devono essere progettati in modo tale da poter mantenere il proprio valore il più a lungo possibile attraverso buone pratiche quali la condivisione, il riutilizzo, la riparazione, la rigenerazione o il riciclo. Ora servono modelli commerciali per i quali la durata di vita comporti anche vantaggi economici oltre che ecologici. Ai modelli commerciali tradizionali si tendono a preferire le soluzioni basate sul noleggio, sul leasing, sul riutilizzo, sull’abbonamento e sulla prestazione di servizi (p. es. noleggio di sistemi di illuminazione o di attrezzature per aule scolastiche, condivisione di veicoli elettrici, servizi di riparazione per apparecchi elettrici). La rete Circular Economy Switzerland è un catalizzatore di approcci basati sull’economia circolare. Nell’ambito del progetto Circular Cities Switzerland, per esempio, viene rilevato il potenziale economico-circolare delle maggiori città svizzere; inoltre, vengono elaborate strategie e attuati progetti pilota. Il progetto Make Furniture Circular, invece, sostiene l’acquisto di mobili per scuole e uffici secondo i principi dell’economia circolare.
Sfruttare le potenzialità coordinando gli acquisti pubblici a livello regionale
In Svizzera, l’80 per cento circa degli appalti pubblici rientra nell’ambito degli acquisti operati dai Cantoni, dalle città e dai comuni. Proprio per questo il settore pubblico può far aumentare enormemente la domanda di prodotti e servizi dell’economia circolare e, in collaborazione con i fornitori, incentivare lo sviluppo di tali soluzioni con il conseguente incremento dell’offerta. Anche le piccole città e i comuni minori possono unire le forze e coordinandosi a livello regionale. Ecco i vantaggi che si possono ottenere con il coordinamento regionale degli appalti pubblici:
- sfruttare il know-how esistente nella regione: nella maggior parte dei comuni, i compiti legati alle commesse pubbliche sono ripartiti tra diverse persone e uffici. Spesso, però, non è possibile acquisire il know-how in materia di appalti pubblici in tutti i settori rilevanti. Coordinandosi a livello regionale, invece, è possibile mettere il know-how di singoli individui e comuni a disposizione di tutte le municipalità di una regione;
- facilitare la professionalizzazione: i criteri di sostenibilità sanciti nella nuova legislazione sugli appalti pubblici comportano nuove sfide e richiedono conoscenze professionali in settori aggiuntivi. La collaborazione regionale può facilitare e sostenere l’ulteriore professionalizzazione necessaria a livello comunale;
- influenzare maggiormente le offerte: con il coordinamento regionale degli appalti pubblici si ottiene una maggiore conformità delle offerte agli standard richiesti e si favorisce lo sviluppo di nuove offerte;
- accrescere il valore aggiunto regionale: rispettando determinati criteri di sostenibilità (considerazione delle spese di trasporto e delle caratteristiche dei prodotti) si accresce la competitività dei prodotti e dei servizi realizzati e offerti in regione, a vantaggio dell’industria locale e con il conseguente rafforzamento del valore aggiunto regionale;
- ottenere condizioni migliori: raggruppando gli ordini, è possibile negoziare condizioni d’acquisto migliori e ottenere prezzi inferiori.
Prendiamo esempio
Ciò che per la maggior parte dei comuni svizzeri è ancora terreno inesplorato, è prassi quotidiana per i quasi cento comuni del Vorarlberg (Austria), che da ben 15 anni acquistano insieme con successo una grande quantità di prodotti e servizi. A oggi, con il sostegno dell’associazione ÖkoBeschaffungsService (ÖBS), i comuni e le istituzioni pubbliche della regione austriaca appaltano l’acquisto di prodotti ecologici e sostenibili in una trentina di settori.
In Svizzera, il coordinamento regionale negli appalti pubblici è ancora agli inizi. Per ora si sono costituiti gruppi d’acquisto solo per alcune categorie di prodotti, per esempio nel settore dell’informatica e dello smaltimento dei rifiuti. Il Centro di competenza Regione-Energia ha redatto un documento informativo in cui illustra alcuni esempi e indica le forme di collaborazione praticabili. In vista dell’entrata in vigore della nuova legislazione sugli appalti pubblici nel 2021, è necessario rafforzare la collaborazione intercomunale. A medio e a lungo termine, si dovrebbe anche prendere in considerazione la creazione di centri o piattaforme di acquisto regionali. A tale riguardo, la regione seeland.biel/bienne sta pensando di partecipare a un progetto pilota promosso dalla Fondazione Pusch.
regiosuisse intende promuovere lo sviluppo dell’economia circolare a livello regionale con una nuova comunità delle conoscenze. Il processo prevede tre sessioni di lavoro aperte e due workshop con e per le regioni. Il programma è in fase di elaborazione e verrà presto comunicato sul sito regiosuisse.ch