Inviato da admin il Gio, 05.09.2024 - 02:40

Clima e energia

Introduzione

I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sulle regioni: i fenomeni meteo estremi sono più frequenti, i ghiacciai si ritirano, il paesaggio si trasforma. Analizzare per tempo le opportunità e i rischi rende le regioni più resilienti, ma per contenere gli effetti occorre dare priorità alla protezione del clima. Questo permetterebbe anche di limitare la dipendenza energetica dall’estero. In questa rubrica presentiamo in sintesi lo stato delle conoscenze e illustriamo in che modo e con quali mezzi le regioni possono dare il proprio contributo.

Vulnerabilità delle regioni e adattamento ai cambiamenti climatici

Per mantenere o migliorare la qualità della vita nei centri abitati, è necessario tenere conto dell’evoluzione climatica futura. Si prevede per esempio che, se non verranno adottate misure di protezione del clima, i giorni di calura raddoppieranno entro il 2060 e addirittura triplicheranno entro il 2085. Nell’Altopiano, il fabbisogno di energia per i sistemi di raffreddamento degli edifici aumenterà notevolmente, come indica uno studio pubblicato dall’Empa. Per contenere il più possibile l’aumento della domanda, occorre quindi tener conto soprattutto della necessità di ridurre la temperatura negli edifici in estate, anziché limitarsi a ottimizzare la dispersione termica in inverno. Nelle aree edificate la pianificazione territoriale punta a conservare e creare aree verdi, specchi d’acqua e superfici non impermeabilizzate (principio delle «città spugna») come pure a mantenere corridoi liberi per far circolare l’aria, in modo da preservare il raffreddamento naturale durante la notte. Gli studi di architettura e le imprese di costruzione possono utilizzare materiali adattati al clima, come il legno (vedi p. es. il progetto Materiali da costruzione per le città e cambiamento climatico nell’ambito del programma pilota Adattamento ai cambiamenti climatici della Confederazione), oltre che inverdire gli edifici e gli spazi adiacenti. Laddove non è possibile rinunciare al manto stradale, si possono impiegare miscele di asfalto «fresche» che permettono di ridurre le isole di calore e il rumore.

Nelle aree di montagna, i cambiamenti climatici hanno un impatto sui pericoli naturali (p. es. a causa dello scioglimento del permafrost o dell’indebolimento dei boschi di protezione), sul regime idrico e sulla copertura nevosa. Poiché a medio termine solo le stazioni sciistiche ad alta quota saranno in grado di sopravvivere, le destinazioni possono scegliere di sviluppare offerte alternative agli sport sulla neve.

Proteggere il clima grazie alle tecnologie nuove e a quelle esistenti

Dalle attività per ridurre le emissioni di gas serra possono nascere innovazioni, nuovi settori di attività e nuovi posti di lavoro. L’economia svizzera può continuare a crescere anche con l’obiettivo «zero emissioni nette» (studio della Confederazione pubblicato nel 2022). Puntando fin da subito su prodotti, servizi e modelli di business rispettosi del clima, si possono evitare investimenti sbagliati in tecnologie superate («lock-in»). Nei settori che producono la quota più elevata di emissioni di gas serra (p. es. trasporti: 33%, edifici: 24% (dati 2014)), le tecnologie esistenti, come la geotermia, l’energia solare e la mobilità elettrica permetterebbero praticamente di azzerare le emissioni prodotte. Gli edifici sono già in grado di produrre più energia di quella che consumano (p. es. primo eco-quartiere a Worblaufen, Berna). Molto più difficile è ridurre le emissioni prodotte dall’agricoltura e dall’incenerimento dei rifiuti. Per raggiungere lo zero netto, sono necessarie tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2 direttamente presso gli impianti industriali (CCS) e tecnologie a emissioni negative (NET). La ricerca ci sta lavorando.

Cambiamento climatico e politica climatica in Svizzera

Il cambiamento climatico non accenna a rallentare. Dal periodo preindustriale (1871-1900) la temperatura media è aumentata di 1°C a livello mondiale e di 2°C in Svizzera (MeteoSvizzera). Il riscaldamento climatico porta con sé una serie di conseguenze, tra cui l’alterazione della circolazione generale dell’aria nell’atmosfera. In Svizzera le estati sono più calde e secche, le ondate di calore più frequenti e più forti, mentre le altre stagioni sono un po’ più umide con l’aumento di precipitazioni intense e prolungate. Il limite della neve si alza e i ghiacciai si ritirano. Questa evoluzione è destinata a proseguire, come confermano gli scenari climatici CH2018. Senza misure di protezione del clima, la maggior parte dei ghiacciai svizzeri scomparirà entro il 2100.

 

Animazione: il Politecnico di Zurigo ha calcolato la velocità di ritiro del ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande ghiacciaio delle Alpi, entro il 2100. Tra il 1850 e il 2020, i ghiacciai svizzeri hanno perso il 60% del loro volume. Circa un terzo del volume attuale potrebbe essere preservato grazie a misure coerenti di protezione del clima (a sinistra). In assenza di tali, il ghiacciaio dell’Aletsch scomparirà entro la fine del secolo (a destra).

La politica climatica della Svizzera si ispira all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015, in virtù del quale l’aumento medio della temperatura mondiale va mantenuto ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali per scongiurare conseguenze irreversibili per il pianeta. Secondo alcuni studi, il prodotto interno lordo del mondo, ma anche della Svizzera, potrebbe diminuire in misura più o meno consistente a seconda dell’entità del riscaldamento del clima. La Svizzera ha adeguato il proprio obiettivo climatico e punta ad azzerare le emissioni nette entro il 2050 (neutralità climatica). Con il passare del tempo aumentano sia la pressione all’azione sia l’importanza delle misure di adattamento, più costose di quelle per la protezione del clima, per contrastare in modo proattivo gli effetti inevitabili dei cambiamenti climatici. Senza contare che gli effetti delle riduzioni delle emissioni di gas serra saranno visibili solo tra 20-30 anni.

Nell’aggiornamento del piano d'azione sull’adattamento ai cambiamenti climatici, il Consiglio federale ha definito le misure a livello federale per il periodo 2020-2025. Dal canto loro, molti Cantoni hanno già elaborato strategie climatiche (vedi p. es. elenco delle strategie di adattamento cantonali pubblicato dall’Ufficio federale dell'ambiente UFAM) prendendo spunto dalle strategie della Confederazione (p. es. zero emissioni nette), mentre sono poche le regioni o i Comuni che hanno sviluppato strategie per il clima proprie.

 

Come una regione protegge il clima e si adatta ai cambiamenti climatici

Informazioni e approfondimenti

Foto: SAK 

 

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