Presidenza svizzera della Convenzione delle Alpi: un’opportunità e una missione
Articolo: Paul Messerli e Heike Mayer, Istituto di geografia dell’Università di Berna
A inizio 2021, la Svizzera ha assunto la presidenza della Convenzione delle Alpi per il biennio 2021-22. Dalla ratifica della Convenzione è la terza volta che accade, dopo i bienni 1999-2000 e 2011-2012. Grazie a questo nuovo mandato presidenziale, la Svizzera può definire priorità e imprimere impulsi per l’intera regione alpina, in un periodo in cui la crisi pandemica acuisce le divergenze tra i Paesi alpini.
L’articolo illustra come le nostre regioni di montagna abbiano sviluppato, sotto vari aspetti, una maggiore resilienza per far fronte alla crisi grazie a una maggiore integrazione nella politica nazionale e a una nuova dinamica economica, sociale e politica. Sulla base di questa constatazione, la Svizzera è invitata a sfruttare l’opportunità offerta dalla presidenza per impegnarsi anche a favore di una gestione congiunta della crisi da parte dei Paesi alpini.
Un nuovo patto sociale tra le regioni di montagna e il resto della Svizzera
Il rapporto montagna-pianura si basa sul principio consensuale della solidarietà, che in Svizzera trova applicazione in molti ambiti sociali e geografici. Anche se questo consenso di base viene regolarmente rimesso in discussione nei dibattiti post voto, si può affermare che la popolazione svizzera ha una percezione positiva delle regioni di montagna. Un’inchiesta rappresentativa realizzata nell’autunno 2019 da gfs-zürich su incarico della Segreteria di Stato dell’economia ha evidenziato che la popolazione svizzera auspica espressamente nuove opportunità di sviluppo per le regioni di montagna.
Questo nuovo rapporto tra le regioni di montagna e il resto del Paese non è frutto del caso, ma è il risultato di diversi fattori.
Nuove risposte dalla politica
Negli scorsi anni la politica della Confederazione e dei Cantoni a favore delle regioni di montagna è stata rivista dal punto di vista strategico. Anche se i critici ritengono che la politica regionale specifica per le aree di montagna sia stata sostituita da una più generale per le aree rurali, si intravvede uno spostamento verso una politica di promozione degli attori e della piazza economica nelle regioni montane.
In risposta a un recente intervento parlamentare (postulato Brand) è stata lanciata anche un’iniziativa per promuovere progetti pilota nelle regioni di montagna nell’ambito della Nuova politica regionale. L’iniziativa fa leva su attori innovativi che con approcci non convenzionali vogliono dare una risposta ai problemi sociali, economici e amministrativi.
La Confederazione e i Cantoni hanno reso più flessibili i loro criteri di finanziamento, contribuendo in questo modo a risolvere i problemi più urgenti e ad attenuare la crisi attuale.
Rinnovo e empowernment della società nelle regioni di montagna
Oltre all’apertura della politica a un uso più sostenibile delle risorse pubbliche e alla combinazione di conoscenze e capitali basata sul partenariato per promuovere l’imprenditorialità, si osservano anche profondi cambiamenti positivi nella società, che si estendono ben oltre le regioni di montagna: persone di tutte le età si trasferiscono in montagna non solo per viverci, ma anche per lavorarci o per avviare un’attività imprenditoriale. I nuovi arrivati sono una risorsa che può dare un nuovo impulso alle aree di montagna. Portano vita e dinamismo, tanto più che la buona infrastruttura permette ai nomadi digitali di lavorare anche da luoghi remoti.
Quattro elementi chiave per una maggiore resilienza nelle nostre regioni di montagna
Il primo elemento chiave è l’atteggiamento di base positivo della popolazione svizzera verso le regioni di montagna, chiaramente rivalutate come spazio di vita e di svago proprio per effetto della crisi legata al coronavirus.
II secondo elemento è rappresentato dai processi di adattamento e trasformazione osservati nei Cantoni di montagna, tra cui le fusioni in unità politiche e amministrative più grandi, che schiudono alla popolazione nuove prospettive di coesistenza sociale e di sopravvivenza economica.
Il terzo è costituito dai nuovi attori di queste regioni, che danno impulsi all’auto-aiuto in campo sociale ed economico e alla cooperazione tra montagna e pianura e che rivitalizzano le periferie quasi abbandonate. La scoperta e la rivalutazione culturale di spazi dismessi è un’ulteriore testimonianza di processi di trasformazione orientati al futuro.
Quarto e ultimo elemento, la politica nazionale, che ha fissato delle priorità nell'ambito della promozione delle aree di montagna e ha rafforzato le misure al di là della politica di solidarietà. La politica si fonda ora su un nuovo «patto sociale» che mette al centro il rapporto tra aree di montagna e il resto del Paese – tra montagna e pianura – e che punta sul partenariato.
Per la presidenza svizzera della Convenzione delle Alpi questa constatazione è importante nella misura in cui tutti i Paesi alpini sono di fronte alle stesse sfide. Oltre a integrare maggiormente le regioni alpine nella politica nazionale rafforzando il rapporto tra montagna e il resto del territorio, sarà possibile rilanciare i principi che stanno alla base della Convenzione delle Alpi. In particolare, si tratta di eliminare i fattori che incentivano un’ulteriore crescita quantitativa e di rafforzare la posizione delle regioni alpine nel contesto europeo.
La crisi attuale mostra la facilità con cui questi principi vengono relegati in secondo piano quando si dà più peso agli interessi nazionali piuttosto che a quelli comuni.
La presidenza svizzera dovrebbe essere sfruttata esplicitamente anche per dare priorità alla questione della gestione congiunta delle crisi, sia ora che a lungo termine.
Una versione lunga in tedesco di questo articolo di Paul Messerli & Heike Mayer può essere trovata qui.
Maggiori informazioni
- Presidenza svizzera della Convenzione delle Alpi
- Articolo: Brain gain anche in montagna – grazie ai new highlander, regioS 18
- Più sui risultati del sondaggio del gfs
Evento:
Il 22 aprile 2021, l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) organizza, nell’ambito della presidenza svizzera della Convenzione delle Alpi, una conferenza online sul cicloturismo nella regione alpina.
Bild: Joujou / pixelio.de