Next Generation e sviluppo regionale e urbano

Per informazioni sul tema o per condividere esperienze e buone prassi potete contattare Simone Meyer.
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L’economia circolare guadagna importanza e rappresenta un’opportunità di sviluppo sostenibile per le regioni e le città, consentendo di mettere in rete gli attori locali e regionali, di rafforzare la cooperazione e di valorizzare le potenzialità.
Come funziona l’economia circolare? Che valore aggiunto offre alle regioni? Come si possono avviare progetti di economia circolare nelle città? Che ruolo possono svolgere i manager regionali o i responsabili in seno all’amministrazione municipale o comunale e qual è il loro margine di manovra? Quali aspetti devono essere considerati nella fase di implementazione? Dove si possono trovare esempi di buona prassi e persone di contatto?
regiosuisse ha messo a punto un nuovo strumento che risponde a queste domande, offre supporto per la transizione verso l’economia circolare nelle regioni, nei comuni e nelle città, propone un quadro di orientamento, ausili e consigli pratici e può servire da fonte di ispirazione. La struttura modulare permette di utilizzare lo strumento per l’intero percorso – dalle conoscenze di base alla comunicazione – oppure di consultare singoli moduli in funzione dell’interesse specifico.
Scopri l’economia circolare e partecipa al cambiamento!
Lo strumento, che si basa sui risultati ottenuti dalla Comunità delle conoscenze «Economia circolare e sviluppo regionale», attinge al bagaglio teorico e pratico dei diversi stakeholder e mira a permettere agli attori regionali di comprendere meglio l’economia circolare e la sua implementazione.
Nota: l’economia circolare è un ambito molto dinamico e in pieno sviluppo. Le informazioni riportate si basano sullo stato delle conoscenze disponibili nella primavera del 2021 e non sono esaustive.
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L’economia circolare rappresenta un approccio integrato che prende in considerazione l’intero ciclo di produzione, dall’estrazione delle materie prime al riciclaggio, passando per le fasi di concezione, produzione, distribuzione e utilizzazione, con quest’ultima che dovrebbe essere quanto più lunga possibile (vedi infografica UFAM, 05.12.2019). Se si riesce a chiudere il ciclo dei materiali e dei prodotti, le materie prime possono continuare a essere riutilizzate con grandi benefici non solo per l’ambiente ma anche per l’economia regionale.
Utilizzo sostenibile delle risorse: vanno impiegate soprattutto risorse rinnovabili o provenienti dall’agricoltura, dalla silvicoltura e dalla piscicoltura locali. L’obiettivo generale è creare valore salvaguardando al tempo stesso i cicli naturali e gli ecosistemi. Le risorse non rinnovabili vanno utilizzate con parsimonia, preservandone il più a lungo possibile la qualità prima di riciclarle e reimmetterle nella catena del valore.
Utilizzo di energie rinnovabili: vanno impiegate soprattutto energie rinnovabili provenienti idealmente da fonti geograficamente vicine e il loro utilizzo deve essere il più efficiente possibile.
Impiego di materiali e sostanze idonei: vanno utilizzati materiali e risorse di alta qualità, separabili e – se necessario – riciclabili, che non siano nocivi né per l’ambiente né per la salute. Possibilmente, i cicli devono essere chiusi impiegando materiali e sostanze compostabili e/o fermentabili.
I cicli dei materiali e dell’energia sono concepiti in modo tale da ridurre al minimo il consumo di risorse, i rifiuti, le emissioni e le perdite di energia. L’obiettivo può essere perseguito in tre modi:
Oltre a ridurre l’impatto ambientale delle attività di produzione, l’economia circolare permette di creare valore aggiunto economico nelle città e nelle regioni.
I punti di forza dell’economia svizzera, come la manodopera ben formata e il potenziale in termini di innovazione, possono così essere ulteriormente valorizzati e la resilienza delle regioni può consolidarsi sul lungo periodo. L’economia circolare non è uno scopo in sé, ma uno strumento volto a favorire un consumo di risorse tollerabile e, di rimando, uno sviluppo sostenibile.
Oltre a quanto risulta evidente osservando le varie fasi del ciclo (vedi grafica) e i relativi esempi, vi sono diverse possibilità per analizzare i potenziali dell’economia circolare. Si possono per esempio prendere in considerazione le catene di creazione del valore di determinati prodotti, i servizi condivisi e le cooperazioni, gli acquisti pubblici oppure settori specifici.
Per analizzare le diverse categorie di prodotti è necessario porsi specifiche domande:
Il potenziale dei servizi condivisi e delle cooperazioni tra aziende in ambito regionale è consistente. La creazione di valore nella regione può aumentare grazie a nuovi modelli d’affari o al risparmio di risorse a diversi livelli. La cooperazione tra aziende può permettere la valorizzazione di sottoprodotti, come avviene per esempio a Hinwil, dove il calore residuo fornito dal locale inceneritore (KEZO) e il CO2 estratto dall’aria da Climeworks sono impiegati dall’azienda Gebr. Meier Primanatura AG per la produzione di ortaggi.
I principi dell’economia circolare possono essere applicati anche a livello di zona di attività, al fine di raggruppare flussi di risorse e servizi.
Il processo di acquisto è una delle fasi cruciali nell’economia circolare. Alle regioni compete un ruolo chiave nella definizione dei criteri relativi agli acquisti delle entità pubbliche.
La piattaforma delle conoscenze degli appalti pubblici sostenibili (PAP) mette a disposizione dei servizi d’acquisto del settore pubblico informazioni e strumenti inerenti agli appalti pubblici sostenibili.
Sulla piattaforma Kompass Nachhaltigkeit, aziende e responsabili degli acquisti pubblici possono inoltre trovare informazioni pratiche su come integrare criteri sociali ed ecologici nei processi di approvvigionamento.
Il centro di competenza per gli appalti pubblici circolari Prozirkula propone una banca dati di conoscenze, offerte di consulenza e formazione continua come pure opportunità di messa in rete per promuovere appalti pubblici improntati all’economia circolare.
In Svizzera, il potenziale in termini di valorizzazione della produzione agricola nell’ambito di un modello circolare è elevato. Sono molte infatti le iniziative che puntano a ripristinare il ciclo naturale di produzione, valorizzazione e compostaggio (per esempio Ricoter:)
Grandi potenzialità risiedono anche nei progetti volti a evitare o valorizzare i rifiuti alimentari:
Un tema di grande interesse e attualità è quello dello sfruttamento delle risorse idriche nelle regioni. L’UFAM mette a disposizione strumenti pratici per la pianificazione a livello regionale.
Ogni anno, in Svizzera, vengono utilizzati circa dieci milioni di metri cubi di legno, importati principalmente da Germania e Austria. Le potenzialità in termini di impiego e valorizzazione della materia prima locale sono quindi importanti.
Nel Canton Vaud, dove l’utilizzo del legno quale fonte energetica locale e rinnovabile beneficia di incentivi cantonali diretti, è stato lanciato uno speciale programma (Programme Bois) volto a coinvolgere maggiormente il settore del legno nell’economia regionale. L’impiego del legno quale materiale da costruzione contribuisce quindi al mantenimento di posti di lavoro decentrati lungo la catena di creazione del valore, in particolare nelle regioni rurali e periferiche della Svizzera.
La Svizzera è ai primi posti a livello internazionale per quanto riguarda la quantità di rifiuti pro capite prodotti. Il potenziale da sfruttare in termini di riduzione e riutilizzo dei materiali di scarto è dunque grande. Storicamente, la valorizzazione delle sostanze e delle energie residuali del processo di incenerimento dei rifiuti vanta una lunga tradizione in Svizzera. Da qualche tempo stanno guadagnando in importanza anche le questioni del recupero del CO2 e della gassificazione dei rifiuti organici.
Ne è un esempio il processo di metanizzazione. Nell’ottica dell’economia circolare, è importante anche il reimpiego diretto di prodotti di scarto, come nel caso dell’azienda Freitag che ricicla i teloni degli autocarri per fare borse e accessori.
Il settore della costruzione impiega in Svizzera oltre 500 000 addetti e genera circa il 10% del PIL nazionale. In termini di quantità, è anche la principale fonte di rifiuti, precedendo di gran lunga l’industria e le economie domestiche private. Nella costruzione vi è quindi un grande potenziale per quanto riguarda l’utilizzo di materiali riciclabili e l’impiego di risorse locali.
La riciclabilità riguarda in particolare il cemento e i suoi derivati, ma può estendersi anche ad altri ambiti, per esempio con l’impiego di materiali da costruzione e isolanti naturali, producibili a livello regionale, come l’argilla o la canapa.
Esempio: presentazione I cantieri: la principale fonte di rifiuti in Svizzera
In Svizzera, la cifra d’affari della vendita di mobili e oggetti di arredamento ammonta complessivamente a circa 3,8 miliardi di franchi all’anno. Nell’ottica dell’economia circolare, si individuano grandi potenzialità soprattutto nell’impiego di materie prime pregiate riciclabili, nella corretta manutenzione dei materiali nonché nello smaltimento e nella rivalorizzazione dei prodotti.
L’iniziativa «Make furniture circular», patrocinata dal Fondo pionieristico Migros e dalla Fondazione Pusch, promuove l’attuazione coerente di principi dell’economia circolare nel campo della produzione di mobili.
In ambito privato si sono affermate da tempo forme di riutilizzo e vendita dell’usato. Basti pensare al grande numero di rigattieri e commercianti di antichità presenti in Svizzera.
Anche nel settore dei mobili d’ufficio sono in atto iniziative innovative in materia di produzione e certificazione. Un ulteriore, importante, potenziale risiede nell’utilizzo di seconda mano, per scopi commerciali o privati, di mobili e arredi ad uso ufficio o alberghiero.
L’industria metalmeccanica costituisce tradizionalmente un pilastro delle esportazioni svizzere. Negli ultimi 30 anni, tuttavia, il numero di posti di lavoro offerti dal settore in Svizzera si è notevolmente ridotto a causa delle esternalizzazioni in altri Paesi. Malgrado questa tendenza, molte aziende di nicchia si sono mostrate resilienti e le loro potenzialità ai fini dell’economia circolare sono considerevoli, in particolare per quanto riguarda la costruzione, la fabbricazione e la commercializzazione di macchinari a livello locale o nazionale.
Manutenzioni e riparazioni regolari possono prolungare la durata di vita di macchine e apparecchiature. Alcuni fornitori hanno per esempio sviluppato offerte di remanufacturing, sulla falsariga del fabbricante di macchinari da costruzione Caterpillar.
Altri hanno messo a punto modelli di noleggio di macchinari e motori oppure piattaforme per lo scambio di conoscenze o per la consulenza, che consentono agli operatori del settore di apprendere a utilizzare le risorse disponibili in modo più efficiente ed ecologico.
La Commissione europea ha recentemente elaborato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, il cui obiettivo principale è rafforzare la competitività delle attività economiche proteggendo l’ambiente e garantendo l’uso efficiente delle risorse. Questo strumento è uno degli elementi principali del «Green Deal» europeo, un nuovo programma per la crescita sostenibile in Europa.
Ulteriori informazioni sul piano d'azione per l'economia circolare europea sono disponibili sul sito web della Commissione europea.
Anche in Svizzera l’economia circolare è oggetto di particolare attenzione, come dimostrano soprattutto gli interventi parlamentari (iniziative, interpellanze e postulati) presentati gli scorsi anni.
6 iniziative parlamentari:
1 interpellanza :
3 postulati:
In risposta al postulato presentato il 15 giugno 2017 dal consigliere agli Stati Beat Vonlanthen dal titolo «Sfruttare le opportunità offerte dall’economia circolare. Esaminare incentivi fiscali e altre misure», il Consiglio federale ha elaborato un rapporto in cui si giunge alla conclusione che il modo migliore per promuovere efficacemente l’economia circolare sia quello di mettere a punto un pacchetto di misure coordinate sul fronte della domanda e dell’offerta.
Diverse iniziative, alcune delle quali sostenute dalla Confederazione, mirano a promuovere l’economia circolare e a facilitarne l’implementazione:
Sulla piattaforma di Circular Economy Switzerland sono pubblicate regolarmente segnalazioni di eventi e manifestazioni volti a promuovere l’economia circolare e lo scambio di esperienze o a sostenere attori pubblici e privati.
Le informazioni contenute nel presente modulo si basano sulle esperienze dei team regiosuisse e sulle seguenti fonti:
Le interviste con gli attori regionali sono state realizzate e valutate.
La sintesi dell’analisi del contesto è stata elaborata.
I potenziali sono stati identificati e priorizzati e sono state definite le fasi successive (verbale fotografico del workshop).
Le regioni, i comuni e le città sono attori fondamentali per l’attuazione di iniziative di economia circolare. Il management regionale può svolgere un ruolo centrale in questo senso, avviando e animando il processo e riunendo i partner giusti per riflettere a come portare a buon fine un’iniziativa di economia circolare. L’analisi del contesto e del potenziale può costituire la prima fase del processo.
Le spiegazioni seguenti valgono non solo per le regioni, ma anche per le città, i comuni o i Cantoni, dove (analogamente a quanto avviene nel caso del management o dello sviluppo regionale) l’economia circolare può essere promossa da persone attive nell’amministrazione o nella politica.
Trovate maggiori informazioni sul tema «Collaborazione e cooperazione alla base dei progetti di sviluppo regionale» qui.
Il primo passo è ottenere una visione d’insieme della situazione locale e identificare le interazioni più importanti tra i settori o all’interno di essi (p. es. in funzione delle risorse: energia, mobilità, logistica, rifiuti, acqua ecc.).
I responsabili dello sviluppo regionale possono per esempio porsi le seguenti domande:
Come funziona la regione?
Quali settori e risorse hanno il maggiore impatto sull’economia e sull’ambiente della regione?
Quali settori e risorse hanno il maggiore impatto sull’economia e sull’ambiente della regione?
Quali iniziative e strategie rilevanti esistono già nella regione? (documenti strategici cantonali in materia di sostenibilità, promozione di progetti)
Con quali sfide è confrontata la regione?
Ai fini dell’analisi si possono condurre colloqui con gli attori chiave per ottenere un quadro conoscitivo del sistema in cui si è chiamati ad operare. Allo stesso tempo i colloqui possono contribuire a ottenere l’adesione di altri attori importanti. Per approfondire l’analisi è inoltre possibile raccogliere e analizzare dati (p. es. indicatori chiave su settori e risorse).
Possibili domande per i colloqui con gli attori chiave identificati:
Quali sono i ruoli, i bisogni e i problemi degli attori chiave?
Sono imminenti decisioni di rilievo nell’ottica dell’economia circolare?
Nella regione esistono criticità (penuria) legate a risorse specifiche (p. es. acqua, materiali, energia)?
Nella regione vi sono grandi quantità di prodotti di scarto o di sottoprodotti inutilizzati?
Dove esistono opportunità per l’economia circolare nella regione?
I dati raccolti e i colloqui con gli attori chiave permettono di identificare i principali problemi e i principali driver/opportunità che dovranno essere formalizzati (per iscritto) nella sintesi. In questo contesto, si pone la questione del perimetro dell’analisi e delle misure: occorre considerare un settore, un’area (di lavoro), una classe di prodotti, gli appalti pubblici o una fase del ciclo di un prodotto? Per precisazioni in merito si rimanda al modulo 1 rubrica «Potenziali».
L’analisi del potenziale può essere realizzata in collaborazione con gli attori chiave della città, dei comuni o della regione sulla base all’analisi del contesto. Si tratta di sviluppare una comprensione condivisa, verificare i risultati dell’analisi del contesto, studiare a fondo i problemi, identificare le possibili soluzioni e definire un ordine di priorità. A tal fine si possono organizzare workshop destinati a una cerchia più o meno ampia di attori.
Il primo workshop con gli attori chiave può essere articolato nelle seguenti fasi:
Preparazione: selezione degli attori, invio degli inviti al workshop, invio della sintesi dell’analisi del contesto, allestimento del programma.
Svolgimento: all’inizio del workshop presentare i risultati dell’analisi del contesto e validarli insieme agli attori. In seguito, procedere a un’analisi SWOT (punti di forza, punti deboli, opportunità e rischi) per sviluppare una comprensione condivisa dei bisogni della regione. L’analisi può essere approfondita ed estendersi a un settore specifico, una catena di valore di una classe di prodotti, una risorsa o a temi trasversali come la mobilità o la logistica. L’analisi permette di individuare insieme ai partecipanti i potenziali e di definire un ordine di priorità. Da ultimo, si possono precisare i passi successivi, il coinvolgimento di altri attori e le responsabilità.
Formalizzazione: invio del verbale fotografico (p. es. in formato PowerPoint o Word) del workshop con i punti essenziali in vista della decisione riguardante le attività successive. A seconda della concretizzazione del potenziale, si può definire il livello di approccio. Questa fase serve per preparare il modulo successivo dedicato alla definizione degli obiettivi e della strategia.
Livello di approccio: il grafico mostra come all’interno delle diverse organizzazioni e istituzioni sono possibili diversi approcci a vari livelli. È utile per attribuire i potenziali ai vari livelli, formalizzare strategie per i singoli livelli e impostare in modo mirato le misure. Prendiamo l’esempio della promozione dei materiali da costruzione sostenibili: esistono diversi approcci per promuovere l’utilizzo di questi materiali. Si possono p. es. informare gli attori interessati mostrando esempi di buona prassi o rafforzare la formazione in questo ambito, oppure si può mettere a punto un monitoraggio per determinare quali materiali vengono utilizzati e dove. Infine, per la loro promozione si possono anche introdurre incentivi o emanare prescrizioni specifiche. Questi esempi mostrano i possibili livelli di intervento.
Le condizioni quadro sono chiare
Gli obiettivi e la road map sono definiti
La strategia di sviluppo è definita
La definizione degli obiettivi e della strategia permette di stabilire un orientamento e parametri di misurabilità condivisi in materia di sviluppo. Su tale base è anche possibile, qualora fosse necessario, chiedere un sostegno finanziario per l’attuazione.
La definizione degli obiettivi può, per esempio, essere affidata esclusivamente ai manager regionali (o ai responsabili della città o del comune) e in un secondo tempo discussa nell’ambito di un workshop dedicato alla definizione della strategia.
Le domande da porsi in fase di definizione degli obiettivi sono:
Esiste già una strategia di sviluppo regionale (o qualcosa di simile) che potrebbe essere completata o con la quale gli obiettivi definiti dovrebbero essere in linea?
Esistono per esempio strategie cantonali o nazionali che possono servire a legittimare l’economia circolare?
Quali gruppi target si intende raggiungere?
Quali sono gli obiettivi della regione in materia di economia circolare? Si tratta di obiettivi generali, obiettivi settoriali specifici, obiettivi specifici in materia di risorse o altro?
Ci sono parametri che permettano di misurare gli obiettivi?
In particolare, è importante definire quanto prima il gruppo target e, insieme agli attori coinvolti, fare in modo che questo rifletta il più possibile le specificità locali. A seconda del contesto e del grado di maturità della regione, gli obiettivi possono variare. Possono essere per esempio dedotti dall’analisi del contesto e del potenziale o essere definiti separatamente.
La Theory of change (teoria del cambiamento) può risultare utile in questo senso. Si parte definendo gli obiettivi a lungo termine, le condizioni quadro necessarie e i risultati attesi nonché pianificando le attività per raggiungere i risultati. A tal fine, si veda il modello presentato di seguito, tenendo a mente l’importanza e l’utilità di obiettivi che siano in linea con le strategie già esistenti (p. es. strategia di sviluppo regionale).
Una strategia può aiutare a comprendere come raggiungere gli obiettivi definiti ed è per questo che andrebbe messa a punto insieme ai principali attori interessati. La strategia dovrebbe indicare una vision, obiettivi chiari, i ruoli e le responsabilità, nonché far riferimento ad altre strategie. Una strategia che goda di un ampio sostegno è fondamentale per un’attuazione efficiente dei progetti e per la definizione dell’orientamento dell’intero percorso. In base al contesto, gli obiettivi in materia di economia circolare possono anche essere integrati nelle strategie esistenti. È anche possibile combinare un processo di definizione della strategia con l'analisi del contesto e del potenziale.
A seconda dei casi, per definire la strategia può essere opportuno immaginare scenari di sviluppo diversi così come può essere sufficiente una procedura unica sotto forma di road map.
Procedura per un workshop di definizione della strategia:
Preparazione: valutazione del contesto e definizione di un programma per il workshop, invio degli inviti e, se necessario, assegnazione dell’incarico ai partecipanti di definire gli obiettivi.
Svolgimento: all’inizio è possibile intavolare una discussione in merito agli obiettivi. Dopodiché, ai fini della definizione della strategia, si può passare a immaginare, discutere e priorizzare scenari di sviluppo diversi, in modo tale che la strategia definita sia chiara a tutti e che si possa giungere a vision condivisa. Su questa base, si possono definire le tappe successive della procedura o una sorta di road map e il calendario.
Formalizzazione: formalizzazione per iscritto della strategia (p. es. all’interno di una strategia di sviluppo regionale), invio ai partecipanti.
Le misure sono definite.
Le responsabilità e i compiti precisi in materia di attuazione sono definiti.
Il modello d’efficacia è definito.
Il piano di finanziamento è definito.
Lo scopo di questa fase di lavoro consiste nell’identificare e selezionare una serie di misure che siano attuabili, abbiano un’efficacia garantita e permettano di raggiungere gli obiettivi predefiniti. Inoltre, sarà necessario precisare le tappe successive e le responsabilità.
Per la definizione delle misure, si consiglia di organizzare un workshop con gli attori rilevanti della regione, della città o del comune.
Possibili domande utili per la preparazione del workshop:
Quali attori devono essere coinvolti nella definizione delle misure? È necessario coinvolgere altri esperti?
Le misure devono essere definite ex novo nell’ambito del workshop o si tratta piuttosto di discutere una bozza elaborata in precedenza? A seconda del caso, anche le domande che seguono possono rivelarsi utili per la preparazione o lo svolgimento del workshop.
Possibili domande utili per la definizione delle misure con gli attori regionali:
Per quale realtà (Cantone, regione, comune, azienda) sono pensate le misure?
A quale livello si collocano le misure e a quali gruppi target sono rivolte (approccio basato sul potenziale nel modulo «Analisi del potenziale»)?
Le misure possono già essere desunte facilmente dalla strategia o sono necessarie ulteriori competenze specifiche?
Vi sono esempi di progetti che hanno dovuto far fronte a sfide simili (catalogo delle misure, sito internet con raccolta di esempi)?
Possibili domande utili per un approfondimento delle misure:
Le misure sono efficaci?
Le misure sortiscono l’effetto desiderato? (Cfr. Garantire l’efficacia)
Come potrebbero essere finanziate le misure? (Cfr. Garantire il finanziamento)
Le misure sono attuabili? Con quali tempi?
Se no, cosa è necessario fare a tal fine?
Partendo dalle domande di cui sopra si può allestire un programma su misura per lo svolgimento del workshop che potrebbe essere strutturato come segue.
Per prima cosa, si presenta di nuovo, brevemente, il grafico relativo alla Theory of change. Si struttura quindi il workshop definendo risultati intermedi da raggiungere. Dopodiché, si raccolgono le attività/misure pensate per la realizzazione di tali risultati, tenendo presenti le domande utili per la definizione delle misure. Si passa poi a una verifica delle misure, tenendo presenti le domande utili per un loro approfondimento. Infine, si chiariscono le tappe successive e le responsabilità.
Il lavoro di formalizzazione successivo dipenderà dalla maturità delle misure. A seconda della situazione e del contesto, si potrebbero dover chiarire ulteriormente alcune questioni tecniche, finanziarie o inerenti al personale. Al termine di questa fase, si raccomanda comunque di informare gli attori coinvolti sulle misure definite e di chiedere se necessario un loro riscontro. In alcuni casi potrebbe inoltre rivelarsi utile un secondo workshop.
Per la definizione delle misure sono a disposizione un catalogo delle misure e altri materiali.
Come posso garantire che il progetto abbia l’efficacia auspicata? Le misure previste sono effettivamente in linea con gli obiettivi strategici? Sono domande da porsi fin da subito. In questo senso, può essere opportuno elaborare un modello d’efficacia con indicatori misurabili. Questo permetterà di visualizzare con maggiore chiarezza le interazioni in grado di concorrere all’efficacia del progetto, andando ad agevolare la definizione di gruppi target e delle misure. Un modello d’efficacia può risultare utile anche per la comunicazione esterna poiché permettere di illustrare in modo chiaro gli obiettivi e gli effetti attesi.
Nei progetti di economia circolare sono spesso coinvolti molti partner. Lo sviluppo congiunto di un modello d’efficacia può contribuire a fare chiarezza in merito al mandato, alla procedura e alla ripartizione dei ruoli e a renderli vincolanti, creando maggiore impegno e consapevolezza.
Il modello d’efficacia può anche essere impiegato per stimolare una riflessione comune durante la fase di attuazione. Inoltre, sulla base degli indicatori d’efficacia, i risultati raggiunti potranno essere misurati e comunicati verso l’esterno.
Ulteriori informazioni sulla definizione di un modello d’efficacia sono disponibili nel dossier tematico di regiosuisse.
Per garantire l’attuazione delle misure, è opportuno chiarire fin da subito le possibili opzioni di finanziamento e definire un piano finanziario.
Per consigli e strumenti utili si possono consultare le pagine seguenti:
Per progetti a livello di regione o città, è importante che i ruoli dei partecipanti e le responsabilità direttive siano chiari. Il responsabile (p. es. il manager regionale o la persona incaricata dell’amministrazione comunale) svolge vari compiti, come per esempio:
monitoraggio regolare dell’avanzamento dei progetti (p. es. sulla base del modello d’efficacia)
comunicazione (interna ed esterna)
coordinamento tra i partecipanti
persona di riferimento per i partecipanti
promozione di un processo di apprendimento comune (p. es. organizzazione, durante e dopo i progetti, di workshop di riflessione finalizzati a un’analisi congiunta dell’efficacia).
La tabella seguente fornisce una panoramica delle possibili misure in diversi ambiti tematici dell’economia circolare. Una versione più dettagliata può essere scaricata sotto la tabella.
Ambito tematico / filiera | Misura | Livello d'azione |
---|---|---|
Alimentare | Sostenere le filiere alimentari di prossimità | Comune/Cantone |
Alimentare | Valorizzare la raccolta differenziata dei rifiuti organici | Comune/Cantone |
Consumo | Centri di riparazione e di riciclaggio | Comune |
Consumo | Stimolare l'economia collaborativa (share economy) | Cantone |
Mobilità | Uso condiviso di veicoli | Comune/Cantone |
Risorse | Recupero dell'acqua piovana | Comune |
Alimentare | Ridurre gli imballaggi | Confederazione/Cantone |
Alimentare | Ridurre gli sprechi alimentari | Confederazione/Cantone |
Mobilità | Potenziare l'infrastruttura per la mobilità lenta | Confederazione/Cantone |
Mobilità | Favorire i trasporti pubblici (accesso e rete) | Confederazione/Cantone/Comuni |
Consumo | Modello di noleggio o leasing (p. es. mobili, attrezzature) | Cantone/Comune (Confederazione) |
Energia | Teleriscaldamento | Comune |
Energia | Energie rinnovabili | Comune/Cantone |
Acqua | Raccolta dell'acqua piovana | Comune |
Edilizia/costruzione | Criteri di sostenibilità per l'edilizia | Cantone/associazioni di categoria |
Edilizia/costruzione | Sviluppo di modelli di cantiere circolare | Comune/Cantone/associazioni di categoria |
Edilizia/costruzione | Borsa di scambio per attrezzature di lavoro usate | Comune/imprese |
Edilizia/costruzione | Utilizzare materie prime riciclate | Comune/Cantone/imprese |
Finanza | Creare un fondo di finanziamento per imprese attive nell'economia circolare | Cantone |
Finanza | Fideiussioni per progetti di economia circolare | Confederazione/Cantone |
Finanza/interdisciplinare | Premi per progetti nel settore dell'economia circolare | Regione/Comune/Cantone |
Interdisciplinare | Piattaforma Economia circolare nella regione | Regione/Comune |
Interdisciplinare | Definire una vision condivisa (road map) | Regione/Comune |
Interdisciplinare | Associazioni comunali e regionali dedicate all'economia circolare | Tutti i livelli |
Versione più dettagliata del catalogo delle misure con informazioni (p. es. sugli obiettivi e sull’efficacia prevista della rispettiva misura) e opzioni di filtro:
È stata elaborata una strategia con gruppi target definiti e un piano d’azione.
Le attività di informazione e di comunicazione sono implementate.
La sensibilizzazione e la collaborazione tra diversi attori di vari settori, organizzazioni e istituzioni sono una base fondamentale per promuovere l’economia circolare. La comunicazione attiva e mirata è quindi un importante motore in questo senso.
Compiti chiave della comunicazione attiva:
Sensibilizzare, ispirare, motivare
Informare, divulgare, posizionare
Coinvolgere
Mettere in rete
Condividere conoscenze ed esperienze
La transizione da un sistema economico lineare a uno circolare richiede un cambiamento di paradigma da parte del maggior numero possibile di attori. Nell’economia circolare anche i consumatori svolgono un ruolo importante e possono fornire un contributo essenziale attraverso i loro comportamenti di consumo.
Affinché le strategie e i progetti di economia circolare abbiano successo, è quindi necessario sensibilizzare diversi gruppi target. È importante mostrare loro i principi di base dell’economia circolare, il valore aggiunto e le possibilità di azione che questa offre.
Le misure di sensibilizzazione mirano a incoraggiare un cambiamento di approccio e, in ultima analisi, il coinvolgimento fattivo. Pertanto, è importante adeguare l’argomentazione e la comunicazione delle buone prassi al gruppo target che si intende raggiungere. Si possono p. es. organizzare webinar o eventi informativi per le aziende, dove i partecipanti possono confrontarsi con le esperienze di altre aziende e capire quali sono gli aspetti importanti dell’economia circolare (p. es. sulla base di esempi quali la Tropenhaus Wolhusen, il gruppo Eberhard o altre aziende della regione). Per il pubblico, invece, è utile sapere come ciascuno può contribuire all’economia circolare nella propria vita quotidiana. A questo scopo si può fare riferimento a campagne di sensibilizzazione già in atto, come Foodwaste.ch o Secondhand Day, oppure a iniziative locali.
Ai comuni di una regione si possono per esempio spiegare le diverse possibilità per procedere ad acquisti pubblici sostenibili. La piattaforma Kompass Nachhaltigkeit fornisce esempi pratici.
La comunicazione attiva è un importante fattore di successo per i progetti e le strategie di economia circolare regionali o locali. Permette per esempio di ottenere il sostegno necessario per realizzare un progetto e può incoraggiare gli attori a impegnarsi a favore dell’economia circolare. Le misure di comunicazione relative al progetto, al suo avanzamento e ai risultati ottenuti andrebbero pianificate e attuate fin dalla fase iniziale.
Consigli per la comunicazione di progetto:
Una comunicazione efficace ed efficiente richiede una pianificazione e una strategia. Può risultare utile elaborare un piano di comunicazione con gruppi target ben definiti e un piano d’azione. È anche importante definire a chi compete la responsabilità della comunicazione.
Regioni, città, organizzazioni o aziende che hanno già un piano di comunicazione possono integrarvi le attività di informazione e comunicazione legate ai rispettivi progetti di economia circolare. Questo facilita anche il coordinamento e permette di evidenziare le sinergie.
Per maggiori informazioni e consigli per la pianificazione e la realizzazione di attività di comunicazione si rimanda alla scheda pratica Comunicazione.
Le esperienze e le conoscenze acquisite durante la realizzazione del progetto sono utili non solo per i promotori ma anche per le altre persone che ne stanno pianificando uno simile. Gli esperti o i responsabili di altri progetti possono infatti fornire preziosi input e impulsi. Vi sono molteplici possibilità per mettere in comune le conoscenze acquisite e allo stesso tempo beneficiare delle esperienze altrui:
Conoscete altre piattaforme e istituzioni interessanti che offrono la possibilità di scambiare esperienze? Segnalatele contattando Lilian Zihlmann.
Spiegare l’economia circolare nel modo più semplice possibile usando esempi significativi e suggerire da dove i singoli attori possono iniziare.
Informare regolarmente sul progetto e sullo stato di realizzazione.
Eventuali suggerimenti su questo dossier possono essere inviati a Pascal Blanc.
Avete domande o suggerimenti? Non esitate a contattare Susan Glättli, responsabile comunicazione regiosuisse.
La comunicazione della Nuova politica regionale (NPR) coinvolge vari attori che contribuiscono a far conoscere la NPR, i suoi obiettivi, le possibilità e le opportunità che offre, i programmi e le modalità di attuazione e gli effetti ottenuti. La tabella «Ruolo degli attori chiave e compiti di comunicazione nell’ambito della NPR» precisa il ruolo della Confederazione, di regiosuisse, dei Cantoni, delle regioni e dei promotori di progetti nelle attività di comunicazione relative alla NPR.
Il breve video realizzato dalla Rete rurale nazionale tedesca (Deutsche Vernetzungsstelle Ländliche Räume, DVS) presenta il ruolo e i compiti del manager regionale prendendo spunto dal programma europeo LEADER. Gran parte dei contenuti possono applicarsi anche alla realtà svizzera.
Molti comuni hanno deciso di unirsi per dar vita a una regione per vari motivi, ad esempio perché insieme possono svolgere più efficacemente determinati compiti comunali, perché il Cantone delega determinati compiti alle regioni (ad es. piano direttore regionale) o perché perseguono strategie di sviluppo condivise. Le regioni sono spesso organizzate come associazioni di diritto privato, come enti di diritto pubblico o anche come società per azioni. Per svolgere i compiti che vengono trasferiti loro, dispongono generalmente di un’organizzazione (ad es. segreteria) con un mandato di prestazioni e risorse umane e finanziarie proprie.
Nella maggior parte delle regioni l’organizzazione svolge anche la funzione di agenzia regionale per lo sviluppo (ARS) o di management regionale. In questa veste, funge da «motore» e coordinatore dello sviluppo regionale e permette di sfruttare il potenziale regionale schiudendo nuove opportunità di sviluppo.
Nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR), la Confederazione e i Cantoni possono promuovere la creazione e la gestione di enti e agenzie regionali per lo sviluppo. Dall’introduzione della NPR nel 2008, sono state create o riformate varie strutture regionali di promozione dello sviluppo regionale che svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione a livello regionale. Questi management regionali – alcuni dei quali organizzati come enti di sviluppo cantonali o intercantonali come arcjurassien.ch – sostengono e consigliano le persone e le organizzazioni nella presentazione delle domande di finanziamento per i progetti NPR o, in alcuni casi, lanciano progetti propri. Generalmente, fungono da «sportelli» regionali non solo per la NPR, ma anche per altri programmi di finanziamento e iniziative di sviluppo regionale, contribuendo in modo significativo ad uno sviluppo territoriale coerente.
Attraverso la NPR, la Confederazione e i Cantoni promuovono anche i Sistemi regionali di innovazione (RIS) e le agenzie RIS (management RIS), che offrono servizi e consulenza alle PMI che desiderano realizzare innovazioni di prodotto e di processo. Per saperne di più consultare la rubrica «Sistemi regionali di innovazione».
Per assumere pienamente il proprio ruolo di attore fondamentale, un management regionale deve vantare un’ampia gamma di competenze e disporre delle capacità sufficienti e del necessario potere d’azione e di decisione. Un solido radicamento nel territorio, una buona rete di contatti e il sostegno (politico) degli enti responsabili dello sviluppo sono la chiave per il successo.
La possibilità di (co)decidere in merito alla concessione di un finanziamento o la possibilità di attuare progetti di sviluppo propri permettono al management regionale di rafforzare la propria percezione e la propria immagine di attore importante dello sviluppo regionale. Questo può avere un effetto positivo sulla motivazione e sull’efficacia. Tuttavia, per evitare conflitti di interesse sono necessarie regole di governance chiare e trasparenti. Per prevenire malintesi e false aspettative, il ruolo svolto dal management regionale in un processo o progetto (consulente, partner di riferimento, facilitatore, coordinatore, o capo progetto ecc.) deve sempre essere chiaro.
La gamma di prestazioni fornite e la specializzazione possono aumentare l’efficacia del management regionale. Un ventaglio di prestazioni diversificato assicura una visione e un’efficacia intersettoriale e interdisciplinare e risponde anche al bisogno di uno «sportello unico» espresso da molti attori locali e regionali. La specializzazione, dal canto suo, permette di utilizzare i fondi e le risorse in modo più mirato e di operare in base a precisi obiettivi.
In sede di attuazione della NPR si sono dimostrati efficaci modelli regionali che coinvolgono le imprese locali o i loro organi di rappresentanza, ad esempio attraverso la l’integrazione istituzionale negli enti di sviluppo regionale oppure tenendo conto degli interessi e dei bisogni delle aziende a livello di contenuti (organo consultivo economico o altro). Lo studio «Organisations de développement régional dans la Nouvelle politique régionale (NPR)» (cfr. link) fornisce una panoramica dei vari modelli regionali (stato 2018) e dei loro vantaggi e svantaggi:
La scheda pratica fornisce una panoramica compatta e riassume le conoscenze, le esperienze e i risultati sul tema del management regionale:
Le seguenti pubblicazioni e rubriche offrono maggiori informazioni su come il management regionale può stimolare, sostenere e coordinare lo sviluppo regionale e lo sviluppo di progetti da parte di attori (economici) regionali:
Sia che siate un nuovo arrivato nello sviluppo regionale, sia che siate una persona attiva nell'attuazione di progetti NPR, questo dossier offre un supporto al lavoro orientato all'efficacia per rafforzare l’effetto di un progetto NPR. A tal fine la NPR utilizza un modello di efficacia che consente una rappresentazione semplificata delle correlazioni tra i vari effetti.
Le istruzioni su come creare un modello d'efficacia, così come una gamma selezionata di supporti di lavoro, hanno lo scopo di sostenervi nella sua elaborazione.
Responsabile tematico: Sebastian Bellwald
Negli ultimi mesi il team di regiosuisse ha maturato una solida esperienza nell’organizzazione di workshop online e nelle possibilità di partecipazione virtuale. In collaborazione con altri attori dello sviluppo regionale, urbano e comunale ha elaborato una panoramica sulla partecipazione elettronica che evidenzia le opportunità e i limiti dei formati di partecipazione virtuale e illustra gli aspetti da considerare in sede di pianificazione e implementazione.
Esistono possibilità di partecipazione virtuale sia nei processi formalizzati (ad es. pianificazione del territorio, e-government) sia in quelli non formalizzati (ad es. elaborazione di strategie di sviluppo regionale o progetti di sviluppo a livello comunale). Nella panoramica seguente ci concentriamo sui processi non formalizzati.
Per domande o suggerimenti sul tema o per sapere come avviare processi di partecipazione elettronica potete contattare Simone Meyer.