La rubrica «News dal team» vi permette di dare un’occhiata all’attività quotidiana del team regiosuisse. Oggi ci intratteniamo con Matthias Setz e Simon Schranz.
La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) attribuiscono congiuntamente il riconoscimento «Cercle Régional» a regioni che si sono distinte per il loro impegno nello sviluppo di catene di valore regionali con un approccio intersettoriale. Quest’anno il Cercle régional verrà assegnato nel quadro del forum Alp’24 in programma il prossimo 8 novembre presso il Culinarium Alpinum di Stans. Le persone interessate possono iscriversi fino a martedì 22 ottobre.
La Conferenza Interreg 2024 che si è tenuta il 17 settembre al centro congressi Trafo Baden è stata organizzata dalla SECO, dall’ARE e dalla Conferenza dei governi cantonali (CdC). L’evento dedicato alla cooperazione transfrontaliera ha permesso ai circa 150 partecipanti di informarsi sul programma Interreg, scambiare opinioni ed esperienze e fare networking.
La Conferenza Interreg 2024 che si è tenuta il 17 settembre al centro congressi Trafo Baden è stata organizzata dalla SECO, dall’ARE e dalla Conferenza dei governi cantonali (CdC). L’evento dedicato alla cooperazione transfrontaliera ha permesso ai circa 150 partecipanti di informarsi sul programma Interreg, scambiare opinioni ed esperienze e fare networking.
I centri regionali svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo equilibrato e coerente del territorio e, di rimando, per l’attrattività e la qualità di vita delle regioni. È la conclusione alla quale giunge un recente documento di lavoro della Rete europea di ricerca sullo sviluppo e la cooperazione territoriale (ESPON) che esorta la politica a garantire un adeguato sostegno.
Grazie al finanziamento NPR della Popup Academy TALK , la digitalizzazione è diventata parte integrante della strategia della regione turistica Adelboden-Lenk-Kandersteg.
Informazioni su regiosuisse
Dal 2008 regiosuisse sostiene gli operatori dello sviluppo regionale mettendo a disposizione un ampio sistema di gestione delle conoscenze che completa la loro attività di promozione e implementazione di progetti e programmi. Con la nostra offerta e i nostri servizi creiamo e diffondiamo conoscenza mettendo in rete gli attori dello sviluppo regionale. Le offerte di regiosuisse sono finanziate dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e dal 2016 anche dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE). Ad eccezione di eventi puntuali, tutte le offerte di regiosuisse sono gratuite.
Lasciatevi ispirare da progetti già realizzati e scoprite se e come un progetto può essere sostenuto. Vi mostriamo in cinque passi come passare dall'idea del progetto alla sua realizzazione.
Avete un'idea per un progetto e siete alla ricerca di finanziamenti? Lo strumento di aiuti finanziari vi aiuterà a trovare il finanziamento giusto per il vostro progetto di sviluppo regionale.
Cercate ispirazione? Consultate la banca dati più completa della Svizzera sui progetti di sviluppo regionale! Potrete vedere quali progetti sono già stati realizzati vicino a voi grazie a varie forme di sostegno finanziario e potrete persino trovare ispirazione per il vostro progetto.
Un progetto fiorisce meglio in una rete. Utilizzate la banca dati per trovare attori dello sviluppo regionale nella vostra regione o in ambito amministrativo, di consulenza e di ricerca.
Come si sviluppano l'occupazione in Svizzera? Quali sono la forza economica e la produttività del lavoro? Dove la popolazione e il reddito sono in aumento e dove si osserva il contrario? Il monitoraggio regionale di regiosuisse fornisce le risposte. Inoltre, è possibile creare le proprie valutazioni nello strumento di monitoraggio.
Questo dossier tematico presenta informazioni di carattere generale sul tema della digitalizzazione e dello sviluppo regionale, in particolare in relazione alla Nuova politica regionale (NPR).
Potete trarre ispirazione dai progetti e dalle attività descritti e far capo agli strumenti e agli ausili pratici indicati per realizzare progetti di digitalizzazione e di cooperazione.
I giovani sono il futuro delle regioni. I loro bisogni, le loro idee e il loro impegno possono dare importanti impulsi allo sviluppo sostenibile delle regioni, dei comuni e delle città. In questa rubrica sono presentati vari esempi e opzioni per coinvolgere maggiormente le giovani generazioni.
Un kit di strumenti per promuovere l’economia circolare nelle regioni, i comuni e le città
L’economia circolare guadagna importanza e rappresenta un’opportunità di sviluppo sostenibile per le regioni e le città, consentendo di mettere in rete gli attori locali e regionali, di rafforzare la cooperazione e di valorizzare le potenzialità.
Come funziona l’economia circolare? Che valore aggiunto offre alle regioni? Come si possono avviare progetti di economia circolare nelle città? Che ruolo possono svolgere i manager regionali o i responsabili in seno all’amministrazione municipale o comunale e qual è il loro margine di manovra? Quali aspetti devono essere considerati nella fase di implementazione? Dove si possono trovare esempi di buona prassi e persone di contatto?
regiosuisse ha messo a punto un nuovo strumento che risponde a queste domande, offre supporto per la transizione verso l’economia circolare nelle regioni, nei comuni e nelle città, propone un quadro di orientamento, ausili e consigli pratici e può servire da fonte di ispirazione. La struttura modulare permette di utilizzare lo strumento per l’intero percorso – dalle conoscenze di base alla comunicazione – oppure di consultare singoli moduli in funzione dell’interesse specifico.
Scopri l’economia circolare e partecipa al cambiamento!
Qui di seguito sono indicate le principali possibilità di intervento per promuovere l’economia circolare nelle regioni e nelle città. Gli ambiti di intervento illustrano in che modo le regioni, i comuni e le città possono impegnarsi concretamente per l’economia circolare:
Informazione / sensibilizzazione su un nuovo tema nell’ambito dei canali già utilizzati
Coordinamento degli appalti pubblici: il comune come gruppo target
Affrontare un problema che riguarda una materia prima / un settore con un approccio di economia circolare
Progettare e gestire zone di attività secondo i principi dell’economia circolare
Integrazione dell’economia circolare nella strategia di una regione: su iniziativa della regione stessa o su incarico del Cantone
Supportare le iniziative della società e dell’economia per lo sviluppo di progetti di economia circolare o di sostenibilità
Lo strumento, che si basa sui risultati ottenuti dalla Comunità delle conoscenze «Economia circolare e sviluppo regionale», attinge al bagaglio teorico e pratico dei diversi stakeholder e mira a permettere agli attori regionali di comprendere meglio l’economia circolare e la sua implementazione.
L’economia circolare rappresenta un approccio integrato che prende in considerazione l’intero ciclo di produzione, dall’estrazione delle materie prime al riciclaggio, passando per le fasi di concezione, produzione, distribuzione e utilizzazione, con quest’ultima che dovrebbe essere quanto più lunga possibile (vedi infografica UFAM, 05.12.2019). Se si riesce a chiudere il ciclo dei materiali e dei prodotti, le materie prime possono continuare a essere riutilizzate con grandi benefici non solo per l’ambiente ma anche per l’economia regionale.
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Principi dell’economia circolare
Orientamenti di fondo
Utilizzo sostenibile delle risorse: vanno impiegate soprattutto risorse rinnovabili o provenienti dall’agricoltura, dalla silvicoltura e dalla piscicoltura locali. L’obiettivo generale è creare valore salvaguardando al tempo stesso i cicli naturali e gli ecosistemi. Le risorse non rinnovabili vanno utilizzate con parsimonia, preservandone il più a lungo possibile la qualità prima di riciclarle e reimmetterle nella catena del valore.
Utilizzo di energie rinnovabili: vanno impiegate soprattutto energie rinnovabili provenienti idealmente da fonti geograficamente vicine e il loro utilizzo deve essere il più efficiente possibile.
Impiego di materiali e sostanze idonei: vanno utilizzati materiali e risorse di alta qualità, separabili e – se necessario – riciclabili, che non siano nocivi né per l’ambiente né per la salute. Possibilmente, i cicli devono essere chiusi impiegando materiali e sostanze compostabili e/o fermentabili.
Architettura dei cicli dei materiali e dell’energia
I cicli dei materiali e dell’energia sono concepiti in modo tale da ridurre al minimo il consumo di risorse, i rifiuti, le emissioni e le perdite di energia. L’obiettivo può essere perseguito in tre modi:
Ridimensionamento dei cicli dei materiali e dell’energia – per esempio tramite aumenti di efficienza e risparmi nonché privilegiando l’impiego di materie prime e fonti energetiche rinnovabili.
Rallentamento dei cicli dei materiali e dell’energia – per esempio prolungando la durata di vita dei prodotti grazie a un design modulare che ne consenta una facile separazione in singoli componenti. Anche il reimpiego di prodotti mediante cessioni, vendite o scambi ne aumenta l’intensità di utilizzo e favorisce il rallentamento dei cicli
Chiusura dei cicli dei materiali e dell’energia grazie alla raccolta, al riciclaggio e al trattamento di prodotti e sostanze, in modo da ottenere materie prime secondarie da reimmettere in circolo.
Valore aggiunto
Valore aggiunto per le città, le regioni e l’economia locale
Oltre a ridurre l’impatto ambientale delle attività di produzione, l’economia circolare permette di creare valore aggiunto economico nelle città e nelle regioni.
Minore dipendenza dai flussi commerciali globali: durata di vita dei prodotti superiore, maggiore efficienza e più riciclaggio consentono di rallentare e chiudere i cicli economici delle risorse. Si riducono così la dipendenza dai flussi commerciali globali e i rischi di penuria di risorse. Esempio: presentazione su Star’terre
Maggiore creazione di valore a livello regionale: la «rilocalizzazione» di catene di creazione del valore in ambito locale, regionale e nazionale offre l’opportunità di accrescere la produzione decentralizzata. Questo garantisce alla popolazione, anche in caso di crisi, l’accesso a prodotti di qualità su cui fare affidamento. Inoltre, buona parte del valore aggiunto creato resta nel Paese. Esempio: presentazione sul parco regionale dello Chasseral
Rafforzamento del potenziale di innovazione: l’economia circolare costituisce terreno fertile per modelli d’affari innovativi, in particolare se combinata alla digitalizzazione.
Creazione di posti di lavoro: un tessuto economico orientato alla circolarità favorisce il mantenimento e la creazione di posti di lavoro locali da parte delle imprese regionali. A beneficiarne è quindi anche la manodopera qualificata residente in zona.
I punti di forza dell’economia svizzera, come la manodopera ben formata e il potenziale in termini di innovazione, possono così essere ulteriormente valorizzati e la resilienza delle regioni può consolidarsi sul lungo periodo. L’economia circolare non è uno scopo in sé, ma uno strumento volto a favorire un consumo di risorse tollerabile e, di rimando, uno sviluppo sostenibile.
Quali possibilità di intervento hanno le regioni e le città?
Oltre alle fasi del ciclo riportate nel grafico e agli esempi corrispondenti, vi sono diverse altre possibilità di intervento che permettono di integrare l’approccio di economia circolare nella realtà e nella pratica quotidiana delle città o degli enti regionali per lo sviluppo.
Informazione / sensibilizzazione su un nuovo tema nell’ambito dei canali già utilizzati
Situazione iniziale
La regione utilizza un formato (p. es. serata tematica) per sensibilizzare e fornire informazioni su temi attuali per i comuni, le aziende o la popolazione.
Obiettivi
I principi, le possibilità e gli approcci dell’economia circolare sono comunicati in modo semplice e accessibile
Gli attori sono resi più consapevoli
Le aziende possono cooperare e rafforzare i contatti con i comuni e la regione.
Attori / partner / collaborazioni
Informazione e networking per i comuni e le imprese (eventualmente per la popolazione).
Modo di procedere
L’ente regionale per lo sviluppo (ERS) identifica i temi e i settori importanti per la regione e le aziende
L’ERS trova uno o due relatori e appronta il programma
Invita all’evento i comuni, le aziende e, se del caso, la popolazione.
Contenuto del Kit di strumenti Economia circolare per la pratica
Coordinamento degli appalti pubblici: i comuni come gruppo target
Il processo di acquisto è una delle fasi cruciali nell’economia circolare. Alle regioni compete un ruolo chiave nella definizione dei criteri relativi agli acquisti delle entità pubbliche.
Situazione iniziale
Durante una riunione di un’associazione intercomunale viene annunciato che uno o più comuni procederanno a un grosso acquisto (p. es. arredi scolastici, mobili per ufficio, veicoli)
La regione viene informata dell’intenzione di un comune di procedere all’acquisto di beni e durante una riunione dell’associazione intercomunale evidenzia i vantaggi offerti dal coordinamento degli appalti pubblici circolari.
Obiettivi
La regione e/o il comune vogliono svilupparsi in modo sostenibile
I comuni vogliono beneficiare delle opportunità che gli appalti pubblici circolari coordinati offrono.
Attori / partner / collaborazioni
Comuni
Istituzioni, p. es. scuole.
Modo di procedere
L’ente regionale per lo sviluppo (ERS) menziona il tema dell’economia circolare durante la riunione dell’associazione intercomunale
L’ERS chiede se altri comuni della regione prevedono di acquistare gli stessi beni
L’ERS evidenzia il valore aggiunto offerto dal coordinamento degli appalti pubblici circolari
Se viene indetta una gara d’appalto, il comune o i comuni inseriscono i criteri di circolarità nel bando.
Materiali
Per esempio
Serie di eventi sull’impatto degli appalti circolari
Video, scheda informativa sugli appalti pubblici
Elenco di prodotti circolari che possono essere acquistati in modo semplice, efficace e coordinato
Presentazione che illustra il valore aggiunto degli appalti circolari (coordinati).
Sulla piattaforma Kompass Nachhaltigkeit, aziende e responsabili degli acquisti pubblici possono inoltre trovare informazioni pratiche su come integrare criteri sociali ed ecologici nei processi di approvvigionamento.
Il centro di competenza per gli appalti pubblici circolari Prozirkula propone una banca dati di conoscenze, offerte di consulenza e formazione continua come pure opportunità di messa in rete per promuovere appalti pubblici improntati all’economia circolare. Una presentazione sugli appalti pubblici circolari elaborata da ProZirkula evidenzia i vantaggi e le possibilità offerti dall’acquisto di prodotti circolari.
Affrontare un problema che riguarda una risorsa / un settore adottando un approccio di economia circolare
Se una regione o una città è confrontata con un problema che riguarda una risorsa (secondaria) oppure con una carenza o un’eccedenza di una risorsa, può cercare una soluzione e/o nuovi modelli d’affari avvalendosi dell’approccio di economia circolare e della collaborazione con gli attori interessati.
Situazione iniziale
La regione ha un problema con una determinata risorsa o un determinato settore
La scarsità di una risorsa, p. es. l’acqua, si ripercuote sull’industria, sui comuni, sull’agricoltura ecc.
L’eccedenza di una risorsa, p. es. il legno, impedisce di sfruttare pienamente il potenziale della catena del valore.
Obiettivi
Vengono trovate soluzioni per una situazione di scarsità o di eccedenza di una o più risorse
Le sfide di un settore vengono affrontate con un approccio di economia circolare
La creazione di valore nella regione viene mantenuta o aumentata.
Attori / partner / collaborazioni
Regione
Aziende
Associazioni di settore/categoria
Cantone.
Modo di procedere
Contattare gli attori interessati del settore/della risorsa per identificare il problema
Coinvolgere una persona esperta
Determinare la situazione di partenza/i flussi di materiale
Costruire un progetto concreto con le parti interessate
Adeguare/sviluppare i modelli d’affari.
Materiali
Per esempio
Argomenti che spiegano perché la regione può affrontare il problema legato alla risorsa/al settore con un approccio di economia circolare
Elenco di persone e aziende che conoscono in modo approfondito determinate risorse e il loro utilizzo circolare (riciclo)
Acqua – In cosa consiste una gestione sostenibile dell’acqua a livello regionale? Come può essere garantito il consumo idrico per la produzione agricola in un’ottica di sostenibilità?
Costruzione ed edifici – Come si possono riutilizzare i materiali edili in modo da ridurre al minimo i rifiuti? Esistono alternative?
Elettronica – Come si possono recuperare le terre rare dai rifiuti elettronici?
Imballaggio – Come si può ridurre il consumo di materiale da imballaggio o limitare l’impatto della logistica tramite imballaggi adeguati?
Batterie e veicoli – Come possono essere reimpiegate nella regione le vecchie batterie per altri processi (p. es. come accumulatori di energia)?
Plastica – La plastica può essere sostituita da materie prime rinnovabili o si possono utilizzare materie plastiche secondarie?
Legno – Come si può accrescere la creazione di valore regionale grazie al legno?
Tessuti – Come possono essere riutilizzati i tessuti?
Se ad essere analizzato con l’approccio di economia circolare è un settore, è possibile puntare a uno sviluppo coordinato e integrato.
Settori specifici
Settore agroalimentare
In Svizzera, il potenziale in termini di valorizzazione della produzione agricola nell’ambito di un modello circolare è elevato. Sono molte infatti le iniziative che puntano a ripristinare il ciclo naturale di produzione, valorizzazione e compostaggio (per esempio Ricoter:)
Grandi potenzialità risiedono anche nei progetti volti a evitare o valorizzare i rifiuti alimentari:
Un tema di grande interesse e attualità è quello dello sfruttamento delle risorse idriche nelle regioni. L’UFAM mette a disposizione strumenti pratici per la pianificazione a livello regionale.
Settore del legno
Ogni anno, in Svizzera, vengono utilizzati circa dieci milioni di metri cubi di legno, importati principalmente da Germania e Austria. Le potenzialità in termini di impiego e valorizzazione della materia prima locale sono quindi importanti.
Nel Canton Vaud, dove l’utilizzo del legno quale fonte energetica locale e rinnovabile beneficia di incentivi cantonali diretti, è stato lanciato uno speciale programma (Programme Bois) volto a coinvolgere maggiormente il settore del legno nell’economia regionale. L’impiego del legno quale materiale da costruzione contribuisce quindi al mantenimento di posti di lavoro decentrati lungo la catena di creazione del valore, in particolare nelle regioni rurali e periferiche della Svizzera.
Settore dei rifiuti
La Svizzera è ai primi posti a livello internazionale per quanto riguarda la quantità di rifiuti pro capite prodotti. Il potenziale da sfruttare in termini di riduzione e riutilizzo dei materiali di scarto è dunque grande. Storicamente, la valorizzazione delle sostanze e delle energie residuali del processo di incenerimento dei rifiuti vanta una lunga tradizione in Svizzera. Da qualche tempo stanno guadagnando in importanza anche le questioni del recupero del CO2 e della gassificazione dei rifiuti organici.
Ne è un esempio il processo di metanizzazione. Nell’ottica dell’economia circolare, è importante anche il reimpiego diretto di prodotti di scarto, come nel caso dell’azienda Freitag che ricicla i teloni degli autocarri per fare borse e accessori.
Questo è un modo per sviluppare e ampliare nuovi processi di riciclo. Tuttavia, perché questi modelli abbiano successo, occorre trovare acquirenti per le materie prime secondarie.
Gli enti regionali per lo sviluppo o le città possono svolgere un ruolo di supporto in questa fase, creando sinergie tra le aziende interessate, identificando insieme a loro le potenzialità e sviluppando soluzioni per l’utilizzo delle risorse secondarie.
Settore della costruzione
Il settore della costruzione impiega in Svizzera oltre 500 000 addetti e genera circa il 10% del PIL nazionale. In termini di quantità, è anche la principale fonte di rifiuti, precedendo di gran lunga l’industria e le economie domestiche private. Nella costruzione vi è quindi un grande potenziale per quanto riguarda l’utilizzo di materiali riciclabili e l’impiego di risorse locali.
La riciclabilità riguarda in particolare il cemento e i suoi derivati, ma può estendersi anche ad altri ambiti, per esempio con l’impiego di materiali da costruzione e isolanti naturali, producibili a livello regionale, come l’argilla o la canapa.
La piattaforma Circular Building Industry Innovation Booster (CBI-Booster) mira ad agevolare la transizione verso un’economia circolare nel settore svizzero della costruzione. Mette a disposizione il know-how e offre la possibilità di sviluppare, testare e migliorare approcci di economia circolare. Nella piattaforma si trovano idee, contatti di esperti del settore e informazioni sul finanziamento iniziale.
In Svizzera, la cifra d’affari della vendita di mobili e oggetti di arredamento ammonta complessivamente a circa 3,8 miliardi di franchi all’anno. Nell’ottica dell’economia circolare, si individuano grandi potenzialità soprattutto nell’impiego di materie prime pregiate riciclabili, nella corretta manutenzione dei materiali nonché nello smaltimento e nella rivalorizzazione dei prodotti.
L’iniziativa «Make furniture circular», patrocinata dal Fondo pionieristico Migros e dalla Fondazione Pusch, promuove l’attuazione coerente di principi dell’economia circolare nel campo della produzione di mobili.
In ambito privato si sono affermate da tempo forme di riutilizzo e vendita dell’usato. Basti pensare al grande numero di rigattieri e commercianti di antichità presenti in Svizzera.
Anche nel settore dei mobili d’ufficio sono in atto iniziative innovative in materia di produzione e certificazione. Un ulteriore, importante, potenziale risiede nell’utilizzo di seconda mano, per scopi commerciali o privati, di mobili e arredi ad uso ufficio o alberghiero.
Settore metalmeccanico ed elettrico
L’industria metalmeccanica costituisce tradizionalmente un pilastro delle esportazioni svizzere. Negli ultimi 30 anni, tuttavia, il numero di posti di lavoro offerti dal settore in Svizzera si è notevolmente ridotto a causa delle esternalizzazioni in altri Paesi. Malgrado questa tendenza, molte aziende di nicchia si sono mostrate resilienti e le loro potenzialità ai fini dell’economia circolare sono considerevoli, in particolare per quanto riguarda la costruzione, la fabbricazione e la commercializzazione di macchinari a livello locale o nazionale.
Manutenzioni e riparazioni regolari possono prolungare la durata di vita di macchine e apparecchiature. Alcuni fornitori hanno per esempio sviluppato offerte di remanufacturing, sulla falsariga del fabbricante di macchinari da costruzione Caterpillar.
Altri hanno messo a punto modelli di noleggio di macchinari e motori oppure piattaforme per lo scambio di conoscenze o per la consulenza, che consentono agli operatori del settore di apprendere a utilizzare le risorse disponibili in modo più efficiente ed ecologico.
Progettare e gestire zone di attività secondo i principi dell’economia circolare
Situazione iniziale
Un’area viene profondamente modificata, per esempio in seguito alla rilocalizzazione di una grande azienda, alla pianificazione di un’infrastruttura (strada, stazione ferroviaria, rete di teleriscaldamento ecc.) o a una problematica legata alla pianificazione territoriale
È in programma la revisione del piano direttore regionale.
Obiettivi
Lo sviluppo sostenibile delle aree e dei siti è integrato in uno strumento (piano direttore regionale, piano di utilizzo)
Le aziende riconoscono le opportunità offerte dall’economia circolare per lo sviluppo del loro modello d’affari
Si è provveduto a elaborare un piano di economia circolare per un’area.
Attori / partner / collaborazioni
Regione
Comuni
Esperti / pianificatori (del territorio)
Eventualmente autorità cantonale.
Modo di procedere
L’ente regionale per lo sviluppo (ERS) intervista le aziende interessate per identificare le problematiche/sfide e gli interessi in gioco
L’ERS lancia un progetto che coinvolge il comune interessato, il Cantone e le organizzazioni rilevanti, i quali possono anche cofinanziare il progetto
L’economia circolare è utilizzata come metodo per sviluppare siti sostenibili.
Materiali
Per esempio
Scheda informativa/video sullo sviluppo sostenibile di un sito grazie all’approccio di economia circolare
Banca dati degli esperti: pianificatori e società di consulenza che integrano i principi di economia circolare.
Servizi condivisi e cooperazioni
Il potenziale dei servizi condivisi e delle cooperazioni tra aziende in ambito regionale è consistente. La creazione di valore nella regione può aumentare grazie a nuovi modelli d’affari o al risparmio di risorse a diversi livelli. La cooperazione tra aziende può permettere la valorizzazione di sottoprodotti, come avviene per esempio a Hinwil, dove il calore residuo fornito dal locale inceneritore (KEZO) e il CO2 estratto dall’aria da Climeworks sono impiegati dall’azienda Gebr. Meier Primanatura AG per la produzione di ortaggi.
Se l’obiettivo è valorizzare sottoprodotti specifici, è opportuno procedere a un’analisi del potenziale inerente alle risorse.
È anche possibile utilizzare e gestire in modo condiviso servizi come la messa a disposizione di spazi per seminari e di offerte di ristorazione, la formazione e la formazione continua del personale, l’utilizzo di parchi veicoli o infrastrutture al fine di evitare doppioni e di utilizzare al meglio le risorse esistenti.
Sviluppo strategico
I principi dell’economia circolare possono essere applicati anche a livello di zona di attività, al fine di raggruppare flussi di risorse e servizi.
L’approccio di economia circolare può servire anche per analizzare in un’ottica globale lo sviluppo di una zona di attività o di una priorità di sviluppo sotto forma di piano programmatico. In questo modo lo sviluppo strategico può rappresentare una pietra miliare per l’attuazione dell’economia circolare nella zona considerata. Anche la pianificazione del territorio ha un ruolo da svolgere.
Integrazione dell’economia circolare nella strategia di una regione su iniziativa della regione stessa o su incarico del Cantone
Situazione iniziale
La regione vuole integrare una strategia di economia circolare nella strategia esistente
Il Cantone recepisce l’economia circolare nel programma di attuazione e incarica la regione di integrarla nella sua strategia.
Obiettivi
Viene elaborata e consolidata una strategia
Gli attori regionali rilevanti sono integrati nel processo di elaborazione della strategia e possono parteciparvi.
Attori / partner / collaborazioni
Regione
Aziende
Comuni.
Modo di procedere
Definire una strategia di sviluppo in base al toolbox:
Sintesi e formalizzazione sotto forma di strategia.
Materiali
Per esempio
Procedura per la definizione della strategia
Domande preliminari in vista della definizione della strategia
Modello per l’applicazione della teoria del cambiamento
Modulo «Misure con gli attori regionali» del tool Economia circolare
Esempio di strategia.
Se un Cantone incarica la regione di adottare una strategia di economia circolare o se una regione o una città sviluppa su propria iniziativa una strategia di promozione della sostenibilità è possibile consultare i capitoli analisi del potenziale e definizione della strategia.
Supportare le iniziative della società e dell’economia per lo sviluppo di progetti di economia circolare o di sostenibilità
Situazione iniziale
Sulla base di una strategia della regione, si prevede di avviare progetti che riguardano l’economia circolare o la sostenibilità.
Il Cantone integra la sostenibilità o l’economia circolare nel programma di attuazione e invita l’ERS ad avviare e realizzare progetti in questo ambito.
Obiettivi
Nella regione vengono avviati uno o più progetti sul tema dell’economia circolare e/o della sostenibilità
I problemi della regione che riguardano le risorse sono stati affrontati.
Attori / partner / collaborazioni
Regione
Aziende
Comuni.
Modo di procedere
Organizzare due o tre serate di informazione e discussione con le aziende, il Cantone e p. es. con i RIS, al fine di sensibilizzare, informare, mettere in rete o identificare temi specifici
Organizzare tavole rotonde su temi specifici (appalti, settore specifico, risorse/materie prime, sfida), definire una problematica concreta e individuare l’organismo responsabile
Preparare una bozza di progetto, elaborare un progetto e allestire una domanda di aiuto finanziario NPR.
Materiali
Per esempio
Presentazione di regiosuisse sull’elaborazione di progetti sul tema dell’economia circolare e della sostenibilità
La Commissione europea ha recentemente elaborato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, il cui obiettivo principale è rafforzare la competitività delle attività economiche proteggendo l’ambiente e garantendo l’uso efficiente delle risorse. Questo strumento è uno degli elementi principali del «Green Deal» europeo, un nuovo programma per la crescita sostenibile in Europa.
Anche in Svizzera l’economia circolare è oggetto di particolare attenzione, come dimostrano soprattutto gli interventi parlamentari (iniziative, interpellanze e postulati) presentati gli scorsi anni.
Panoramica delle iniziative parlamentari, interpellanze e postulati sul tema dell'economia circolare
In risposta al postulato presentato il 15 giugno 2017 dal consigliere agli Stati Beat Vonlanthen dal titolo «Sfruttare le opportunità offerte dall’economia circolare. Esaminare incentivi fiscali e altre misure», il Consiglio federale ha elaborato un rapporto in cui si giunge alla conclusione che il modo migliore per promuovere efficacemente l’economia circolare sia quello di mettere a punto un pacchetto di misure coordinate sul fronte della domanda e dell’offerta.
Inoltre, INFRAS ha condotto uno studio per conto dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) per valutare misure selezionate per promuovere l'economia circolare nella fase di utilizzo.
Iniziative esistenti per promuovere l'economia circolare
Diverse iniziative, alcune delle quali sostenute dalla Confederazione, mirano a promuovere l’economia circolare e a facilitarne l’implementazione:
L’associazione «Go for impact» si prefigge di sostenere gli sforzi delle imprese per ridurre l’impatto ambientale delle loro attività e aumentare gli effetti positivi sull’ambiente in Svizzera e all’estero, in particolare per quanto riguarda i materiali e le materie prime.
Il PNR 73 è il primo programma nazionale di ricerca che si concentra su tutte le risorse naturali, considera l’integralità delle fasi della catena del valore e prevede un’analisi completa dell’ambiente, dell’economia e della società. Vari progetti del PNR 73 si focalizzano sull’economia circolare.
Nell’estate del 2018 un gruppo di organizzazioni ha lanciato l’iniziativa «Circular Economy Switzerland». Finanziata dalla fondazione MAVA e dal fondo di sostegno «Engagement» del Gruppo Migros, Circular Economy Switzerland si propone di promuovere l’economia circolare con diversi progetti e manifestazioni: Impact Hub «circular economy incubator»: L’iniziativa raggruppa 27 start-up svizzere che si prefiggono di accelerare la transizione verso l’economia circolare in Svizzera.
Un primo studio rappresentativo sull'implementazione dell'economia circolare a livello aziendale. Il rapporto sullo stato dell'economia circolare svizzera di Thobias Stucki e Martin Wörter, commissionato dalla Scuola universitaria professionale di Berna in collaborazione con il Politecnico di Zurigo.
Eventi
Eventi legati dell'economia circolare
Sulla piattaforma di Circular Economy Switzerland sono pubblicate regolarmente segnalazioni di eventi e manifestazioni volti a promuovere l’economia circolare e lo scambio di esperienze o a sostenere attori pubblici e privati.
PMI svizzere: economicamente vincenti e rispettose dell’ambiente grazie all’economia circolare
Studio sulle PMI dell'economia circolare
Le PMI svizzere devono affrontare una serie di sfide: importanti risorse sono disponibili solo all’estero, molte aziende si sono poste obiettivi climatici ambiziosi e, a livello nazionale e internazionale, gli indicatori vanno nella direzione della conservazione delle risorse e della riduzione degli scarti. L’economia circolare può contribuire al superamento di queste sfide: i suoi modelli commerciali permettono infatti di guadagnare preservando le risorse, risparmiando energia e riducendo gli scarti. Un nuovo studio ha individuato 11 fattori che aiutano le PMI svizzere ad avere successo nell’economia circolare.
«Siamo convinti che valga la pena lanciare un messaggio contro il consumismo eccessivo e la mentalità dell’usa e getta», afferma Aurel Greiner di revendo. Si tratta di uno dei 15 imprenditori svizzeri di successo che hanno contribuito allo studio raccontando la propria esperienza. La PMI revendo ripara cellulari e tablet usati, aggiorna i software e rivende i device completi di garanzia a nuovi clienti. L’intera operazione, detta ricondizionamento, è uno dei modelli commerciali dell’economia circolare, oltre alla condivisione, al riutilizzo e alla riparazione. Si tratta di strategie che prolungano la vita dei prodotti e sono particolarmente efficienti dal punto di vista delle risorse. Attualmente, la maggior parte delle PMI svizzere opera secondo i principi dell’economia lineare: estrazione di risorse, produzione, vendita, utilizzo e smaltimento dei prodotti. Solo un decimo delle imprese svizzere sta invece puntando in maniera decisa sull’economia circolare.
Poiché rappresentano il 99 % di tutte le aziende svizzere, in questo campo le PMI (max. 250 collaboratori) svolgono un ruolo decisivo. Per aiutarle a trovare la strada giusta verso l’economia circolare e sostenerle nel percorso, l’Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) hanno commissionato al think tank sanu durabilitas uno studio finalizzato a individuare i fattori determinanti che consentono alle PMI di integrare efficacemente l’economia circolare nei loro modelli commerciali. Lo studio ha analizzato non solo le PMI svizzere già affermate in questo settore, ma anche lo stato della ricerca a livello internazionale, e ha raccolto l’opinione di cinque esperti.
Si tratta del primo studio che si concentra in maniera specifica sulle PMI impegnate nell’economia circolare in Svizzera e che mette al centro i tre modelli commerciali più rispettosi delle risorse ovvero condividere, riutilizzare e ricondizionare.
Articolo a cura di sanu durabilitas, autrice: Heidi Schmidt
11 segreti per avere successo
N°1: spiegare qual è il valore aggiunto – illustrare il valore aggiunto del prodotto o del servizio circolare rispetto alla produzione lineare per distinguersi dalla concorrenza attirando così clienti e partner.
N°2: uscire dalla nicchia della produzione ecologica – offrire un’esperienza di consumo tradizionale in modo che i clienti debbano compiere uno sforzo minimo per adattarsi, conquistando così anche clienti al di fuori della nicchia dei consumatori attenti all’ambiente.
N°3: proporre un’offerta comoda – dimostrare che proteggere le risorse non è faticoso perché prodotti e servizi possono essere progettati per essere facili da usare.
N°4: cambiare le abitudini gradualmente – creare incentivi e offerte che promuovano nuove abitudini di consumo più sostenibili per agevolare il passaggio all’economia circolare.
N°5: essere presenti fisicamente – aprire punti vendita nei centri delle città per fidelizzare la clientela e rendere maggiormente visibili i modelli commerciali dell’economia circolare.
N°6: avere il coraggio di imparare cose nuove – promuovere la cultura imprenditoriale, che sostiene l’innovazione e l’apprendimento di nuove capacità.
N°1: spiegare qual è il valore aggiunto –«Per noi la cosa più importante è creare valore aggiunto per i nostri clienti e i nostri partner», Mirco Egloff, loopi. loopi offre il noleggio di articoli per l'infanzia come passeggini o rimorchi da bicicletta prodotti in modo sostenibile con l'opzione abbonamento. Ad esempio se il passeggino o il rimorchio non soddisfano più le esigenze, i clienti possono cambiarlo scegliendo un altro modello. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la comunicazione incentrata sul valore aggiunto: convenienza e flessibilità per i clienti, servizi supplementari per i partner. In questo modo loopi si distingue dai concorrenti dell'economia lineare e conquista nuovi partner.
N°2: uscire dalla nicchia della produzione ecologica –«Voglio che i nostri clienti comprino i nostri vestiti perché gli piacciono», Kasper Schlaeppi, Rework. Rework dà una nuova vita ai vestiti usati, che vengono scelti e cuciti insieme ad altri in diverse taglie. Si tratta di una rivoluzione nel settore del second hand fashion. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto che il marchio ha deciso consapevolmente di uscire dalla nicchia della produzione ecologica. Rework offre infatti un'esperienza di consumo tradizionale, fatta di collezioni temporanee, diverse taglie e negozi in pieno centro. Il suo target è il grande pubblico, che cerca di attirare con capi dal taglio moderno, una promessa di unicità e un forte accento sul lato emotivo.
N°3: proporre un’offerta comoda –«Noleggiare una bici da noi è un gioco da ragazzi», Stefan Maissen, Rent a Bike. Rent a Bike, fondata nel 1987, è una delle prime PMI che ha applicato con successo il modello dell’economia circolare. Tra i suoi servizi non c’è solo un noleggio bici semplice e flessibile ma anche diversi pacchetti tutto compreso per privati e aziende che garantiscono bicilette sicure e in ottimo stato. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c’è soprattutto la comodità e la facilità di accesso ai servizi.
N°4: cambiare le abitudini gradualmente –«I prodotti migliori sono quelli che usi raramente e che a comprarli ti costerebbero un sacco», Ivo Kuhn, Sharely. Molti di noi hanno in casa degli oggetti che non usano. Altri hanno bisogno proprio di questi oggetti. Allora perché non noleggiare qualcosa che ci serve da chi ce l'ha anziché comprarlo? Con Sharely è possibile noleggiare online in tutta la Svizzera oggetti di qualsiasi tipo. È una modalità economica, che fa risparmiare spazio e risorse e non ultimo riduce la produzione di rifiuti. Grazie alla garanzia sui pagamenti e alla copertura assicurativa chi noleggia non corre alcun rischio. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto di incentivare i clienti a cambiare le loro abitudini di consumo in maniera graduale.
N°4: cambiare le abitudini gradualmente –«Grazie al sistema dell'abbonamento le abitudini stanno cambiando», Anna Mucha, OiOiOi. OiOiOi offre il noleggio di vestiti di alta qualità per neonati e bambini prodotti con materiali sostenibili. Il servizio funziona in modo molto semplice: si sceglie il tipo di abbonamento, si seleziona il «fagotto» che arriverà con un pacco postale, si usano i vestiti e quando diventano troppo piccoli si rimandano indietro ricevendo in cambio un fagotto della taglia più grande. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il tentativo di cambiare le abitudini in maniera graduale. L'abbonamento infatti crea un incentivo che aiuta i clienti a staccarsi dal modello di consumo tradizionale (acquistare, indossare e smaltire).
N°5: essere presenti fisicamente – «Il 50 % del fatturato viene dalla vendita nelle nostre filiali», Aurel Greiner, Revendo. Revendo commercializza dispositivi digitali usati come smartphone, tablet, ecc. Li ripara, li ricondiziona e li rivende completi di garanzia. Così facendo questa PMI ha trasformato la spinta ad avere sempre l'ultimo modello di un prodotto in un business sostenibile. I prodotti usati per poco tempo vengono infatti rivenduti ai clienti che vorrebbero avere un device più moderno ma non possono permetterselo. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto che i negozi si trovano nelle zone centrali e pedonali delle città. Ciò permette da un lato di fidelizzare la clientela e dall'altro di rendere ben visibile il concetto di economia circolare.
N°6: avere il coraggio di imparare cose nuove – «Per seguire questa strada c'è voluto coraggio», François Pugliese, Elite. Elite non vende agli hotel soltanto materassi di altissima qualità ma anche minuti di riposo. Un sensore digitale permette di misurare quale materasso viene utilizzato, quando e per quanto tempo e l'hotel pagherà soltanto in base all'utilizzo effettivo. Questo sistema di leasing consente di monitorare l'usura del materasso, effettuare sostituzioni e garantire ai clienti letti di qualità in perfetto stato. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il coraggio di sperimentare. Per Elite ciò significa anche trovare partner e clienti disposti a provare nuove soluzioni.
N°6: avere il coraggio di imparare cose nuove – «Per valutare lo stato dei capi sportivi usati servono competenze che finora non erano richieste», Isa Schindler, 2nd Peak. Dal 2020 2nd Peak compra e rivende attrezzature e capi di abbigliamento per lo sport di montagna e all'aria aperta. Inoltre, fornisce servizi di noleggio, manutenzione e riparazione. Si tratta di un'idea imprenditoriale che non solo offre prezzi vantaggiosi ai clienti, ma permette anche di risparmiare risorse, energia ed emissioni di CO2, riducendo la produzione di rifiuti. Oltre allo shop online 2nd Peak ha aperto una filiale a Berna e una a Zurigo. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il coraggio della fondatrice e del suo team di percorrere nuove strade.
N°7: creare uno spazio di manovra finanziario – sviluppare strategie di copertura finanziaria per ridurre il rischio economico e accelerare le innovazioni.
N°8: avere una visione chiara e perseguirla – definire una direzione chiara sulla quale basare decisioni e strategie.
N°9: non dimenticarsi del mercato – riconoscere le potenzialità del settore business to business per beneficiare delle economie di scala e della trasparenza.
N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – avviare e mantenere collaborazioni nell’intero settore, al di fuori di esso e lungo tutta la catena del valore per creare sinergie e superare le sfide collettive.
N°11: contribuire attivamente a definire le condizioni quadro – impegnarsi politicamente e socialmente per migliorare le leggi, gli standard, i processi e il know how in materia di economia circolare.
N°7: creare uno spazio di manovra finanziario – «BURRI è un'azienda con una lunga tradizione artigianale. Abbiamo applicato l'economia circolare quando ancora nessuno la chiamava così», Andreas von Euw, BURRI public elements. BURRI produce tutto quello che si trova negli spazi pubblici: fermate, panchine, illuminazione, attrezzature per il traffico. Da sempre questa PMI attribuisce grande valore alla sostenibilità, alla disponibilità dei pezzi di ricambio e alla realizzazione di costruzioni smontabili. In particolare, si impegna affinché i prodotti siano riutilizzabili per diversi cicli di vita riparandoli, rinnovandoli o dotandoli di nuove tecnologie. Ogni soluzione prevede un apposito modello di life cycle care (manutenzione ordinaria e straordinaria, noleggio, ecc.). Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la capacità.
N°8: avere una visione chiara e perseguirla –«Siamo sempre rimasti fedeli alla nostra visione», Jeannette Morath, reCIRCLE. reCIRCLE ha messo a punto un'alternativa ai contenitori usa e getta nel settore dell'asporto. Grazie alle scatole e ai bicchieri riutilizzabili ogni anno mense, ristoranti, negozi take away e Comuni risparmiano milioni di contenitori monouso. I contenitori reCIRCLE infatti possono essere lavati e riutilizzati centinaia di volte. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto di seguire una visione chiara, sulla quale si basano decisioni e strategie.
N°9: non dimenticarsi del mercato – «Ci siamo resi conto subito che con il B2B potevamo raggiungere un pubblico molto più vasto», Cristiana Grossenbacher, Loopia. Loopia offre soluzioni software per marchi e rivenditori attivi nel settore del riutilizzo grazie alle quali i consumatori possono vendere e acquistare prodotti di seconda mano in un ambiente di e-commerce che conoscono già. Grazie alla sua visione, Loopia rende meno elitari i modelli di business dell'economia circolare: i prodotti usati infatti sono pratici da usare esattamente come quelli nuovi. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto il fatto di aver riconosciuto il potenziale della collaborazione B2B, beneficiando così delle economie di scala.
N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – «Per poter riutilizzare i componenti edilizi nel migliore dei modi servono catene di fornitura a livello industriale», Alberto Cerri, öbu – Verband für nachhaltiges Wirtschaft (Associazione per una gestione sostenibile). RUSS sta per «Re-Use of Steel Selections», un progetto dell'associazione öbu, che si occupa di gestione sostenibile. Nell'edilizia i profilati d'acciaio si prestano particolarmente bene al riutilizzo, tanto che possono essere smontati e rimontati direttamente in una nuova costruzione. Spesso però questo non succede per mancanza di coordinamento. L'obiettivo del progetto è quello di creare una catena di valore commerciale per l'estrazione, la qualificazione e la distribuzione dei profilati d'acciaio. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la volontà e la capacità di cercare soluzioni non solo in un singolo settore ma in un'ottica trasversale.
N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – «Non si può chiudere il cerchio da soli, serve una cooperazione che vada ben oltre i confini dell’azienda», Bigna Salzmann, FREITAG. Le borse di FREITAG, ricavate da teloni di camion riciclati, sono ormai uno status symbol. Questa PMI, però, non si accontenta di dare una seconda vita ai teloni bensì applica le strategie dell’economia circolare: scambiare, riparare e chiudere i cicli dei materiali. L’azienda si spinge ben oltre i confini del settore e stringe nuove collaborazioni per creare sinergie e superare le sfide con un approccio collettivo. Secondo un recente studio, anche questo è uno dei fattori di successo della PMI.
N°10: promuovere la collaborazione settoriale ma anche trasversale – «Coinvolgere tutti gli attori richiede tempo ma è fondamentale per la riuscita del progetto», Rosanna Ulmi, Codha. Codha è una cooperativa che realizza progetti di abitazioni solidali, in cui i residenti condividono e utilizzano insieme gli spazi interni ed esterni, oltre a partecipare attivamente alla pianificazione, alla gestione e all'organizzazione della vita in comune. Codha costruisce secondo standard ecologici molto elevati e integra il car sharing nei piani residenziali. Secondo un recente studio, tra i fattori di successo di questa PMI c'è soprattutto la capacità di dialogare e avviare collaborazioni con tutti gli attori del settore immobiliare, di creare sinergie e di superare le difficoltà con un approccio collettivo.
Diversi studi dimostrano che in Svizzera il potenziale dell’economia circolare non viene sfruttato appieno, nonostante gli evidenti vantaggi economici, ambientali e sociali. Il motivo è da ricercare nei numerosi ostacoli che le PMI devono affrontare quando vogliono passare ai modelli commerciali dell’economia circolare:
scarsa consapevolezza e conoscenza da parte di clienti e partner;
necessità di modificare strutture e processi ben collaudati;
sforzo psicologico e di tempo per i clienti nel passaggio al nuovo modello;
difficoltà di formulare proposte di valore nel contesto attuale;
mancanza di tempo e di finanziamenti per le innovazioni tecnologiche e lo sviluppo aziendale;
nuove tecnologie non abbastanza mature o troppo difficili da implementare sul piano tecnico;
assenza di know how e di personale qualificato per l’implementazione;
rischio economico dovuto agli alti costi d’investimento e all’incerta disponibilità dei clienti a pagare;
leggi e norme sfavorevoli e mancanza di strumenti di promozione statali.
I fattori di successo individuati e le raccomandazioni operative rivolte alle associazioni economiche e al settore pubblico aiutano a superare proprio questi ostacoli. Nell’Unione europea alcuni Stati membri stanno procedendo in maniera decisa in questa direzione. Per non compromettere le opportunità concorrenziali delle PMI svizzere impegnate nell’economia circolare è necessario migliorare le condizioni quadro anche in Svizzera.
Settore pubblico / associazioni / organizzazioni
Sebbene siano fondamentali per lo sviluppo dei modelli commerciali circolari, da sole le PMI svizzere non possono trasformare tutto il Paese in una grande economia circolare. Per questo, lo studio di sanu durabilitas ha anche elaborato delle raccomandazioni per promuovere modelli aziendali basati sull’economia circolare, che spaziano dagli incentivi economici agli strumenti informativi fino agli aspetti normativi.
Quali sono le PMI svizzere che applicano con successo i modelli commerciali dell’economia circolare? Cosa le ha aiutate a superare e ad aggirare gli ostacoli? Cosa possono insegnare alle altre PMI? Sono queste le domande che hanno ispirato un nuovo studio sulla diffusione dell’economia circolare.
Su incarico dell’UFAM e della SECO il think tank sanu durabilitas ha esaminato la letteratura scientifica, intervistato alcune PMI svizzere impegnate con successo nell’economia circolare e raccolto l’opinione di un gruppo di esperti, il tutto condensato nello studio «Economia circolare e PMI: 11 segreti per avere successo». La sintesi dello studio indica alle PMI quali strategie possono aiutarle a «convertirsi» all’economia circolare e come possono superare gli ostacoli che si trovano di fronte.
Metodologia
Le PMI svizzere selezionate per lo studio appartengono a settori rilevanti dal punto di vista ambientale e devono affrontare una sfida di diffusione (cfr. lo studio di Stucki e Wörter 2022: Statusbericht der Schweizer Kreislaufwirtschaft): edilizia/settore immobiliare, ristorazione, mobilità, settore tessile, elettronica. Tutte queste aziende si affidano a modelli commerciali circolari particolarmente efficienti dal punto di vista delle risorse, come la condivisione, il riciclo e il riutilizzo:
Partendo dall’analisi della letteratura scientifica, i risultati relativi agli ostacoli e ai fattori di successo nell’implementazione dei modelli commerciali circolari sono stati riesaminati in collaborazione con le PMI. I risultati confermano che le PMI impegnate nell’economia circolare che hanno partecipato allo studio si trovano ad affrontare ostacoli simili, come già rilevato dalle ricerche internazionali. Anche i fattori di successo non si discostano in maniera significativa dalle raccomandazioni degli specialisti.
Ad ogni modo, lo studio ha permesso di approfondire alcuni aspetti specifici che potrebbero essere istruttivi a livello pratico per le PMI.
Oltre all’analisi della letteratura, è stato applicato il metodo del focus group per la raccolta e l’analisi dei dati qualitativi: le aziende sono state invitate a partecipare a uno dei focus group, suddivisi in base ai modelli commerciali. Per validare e contestualizzare i risultati sono stati interpellati cinque esperti:
Le interviste con gli attori regionali sono state realizzate e valutate.
La sintesi dell’analisi del contesto è stata elaborata.
I potenziali sono stati identificati e priorizzati e sono state definite le fasi successive (verbale fotografico del workshop).
Ruolo della regione
Attori chiave
Le regioni, i comuni e le città sono attori fondamentali per l’attuazione di iniziative di economia circolare. Il management regionale può svolgere un ruolo centrale in questo senso, avviando e animando il processo e riunendo i partner giusti per riflettere a come portare a buon fine un’iniziativa di economia circolare. L’analisi del contesto e del potenziale può costituire la prima fase del processo.
Le spiegazioni seguenti valgono non solo per le regioni, ma anche per le città, i comuni o i Cantoni, dove (analogamente a quanto avviene nel caso del management o dello sviluppo regionale) l’economia circolare può essere promossa da persone attive nell’amministrazione o nella politica.
Maggiori informazioni e ausili pratici
Trovate maggiori informazioni sul tema «Collaborazione e cooperazione alla base dei progetti di sviluppo regionale» qui.
Analisi del contesto
Preparazione
Il primo passo è ottenere una visione d’insieme della situazione locale e identificare le interazioni più importanti tra i settori o all’interno di essi (p. es. in funzione delle risorse: energia, mobilità, logistica, rifiuti, acqua ecc.).
I responsabili dello sviluppo regionale possono per esempio porsi le seguenti domande:
Come funziona la regione?
Quali settori e risorse hanno il maggiore impatto sull’economia e sull’ambiente della regione?
Quali settori e risorse hanno il maggiore impatto sull’economia e sull’ambiente della regione?
Quali iniziative e strategie rilevanti esistono già nella regione? (documenti strategici cantonali in materia di sostenibilità, promozione di progetti)
Con quali sfide è confrontata la regione?
Analisi
Ai fini dell’analisi si possono condurre colloqui con gli attori chiave per ottenere un quadro conoscitivo del sistema in cui si è chiamati ad operare. Allo stesso tempo i colloqui possono contribuire a ottenere l’adesione di altri attori importanti. Per approfondire l’analisi è inoltre possibile raccogliere e analizzare dati (p. es. indicatori chiave su settori e risorse).
Possibili domande per i colloqui con gli attori chiave identificati:
Quali sono i ruoli, i bisogni e i problemi degli attori chiave?
Sono imminenti decisioni di rilievo nell’ottica dell’economia circolare?
Nella regione esistono criticità (penuria) legate a risorse specifiche (p. es. acqua, materiali, energia)?
Nella regione vi sono grandi quantità di prodotti di scarto o di sottoprodotti inutilizzati?
Dove esistono opportunità per l’economia circolare nella regione?
Elaborare la sintesi
I dati raccolti e i colloqui con gli attori chiave permettono di identificare i principali problemi e i principali driver/opportunità che dovranno essere formalizzati (per iscritto) nella sintesi. In questo contesto, si pone la questione del perimetro dell’analisi e delle misure: occorre considerare un settore, un’area (di lavoro), una classe di prodotti, gli appalti pubblici o una fase del ciclo di un prodotto? Per precisazioni in merito si rimanda al modulo 1 rubrica «Potenziali».
Analisi del potenziale
Possibili approcci
L’analisi del potenziale può essere realizzata in collaborazione con gli attori chiave della città, dei comuni o della regione sulla base all’analisi del contesto. Si tratta di sviluppare una comprensione condivisa, verificare i risultati dell’analisi del contesto, studiare a fondo i problemi, identificare le possibili soluzioni e definire un ordine di priorità. A tal fine si possono organizzare workshop destinati a una cerchia più o meno ampia di attori.
Pianificazione e svolgimento di workshop
Il primo workshop con gli attori chiave può essere articolato nelle seguenti fasi:
Preparazione: selezione degli attori, invio degli inviti al workshop, invio della sintesi dell’analisi del contesto, allestimento del programma.
Svolgimento: all’inizio del workshop presentare i risultati dell’analisi del contesto e validarli insieme agli attori. In seguito, procedere a un’analisi SWOT (punti di forza, punti deboli, opportunità e rischi) per sviluppare una comprensione condivisa dei bisogni della regione. L’analisi può essere approfondita ed estendersi a un settore specifico, una catena di valore di una classe di prodotti, una risorsa o a temi trasversali come la mobilità o la logistica. L’analisi permette di individuare insieme ai partecipanti i potenziali e di definire un ordine di priorità. Da ultimo, si possono precisare i passi successivi, il coinvolgimento di altri attori e le responsabilità.
Formalizzazione: invio del verbale fotografico (p. es. in formato PowerPoint o Word) del workshop con i punti essenziali in vista della decisione riguardante le attività successive. A seconda della concretizzazione del potenziale, si può definire il livello di approccio. Questa fase serve per preparare il modulo successivo dedicato alla definizione degli obiettivi e della strategia.
Livello di approccio: il grafico mostra come all’interno delle diverse organizzazioni e istituzioni sono possibili diversi approcci a vari livelli. È utile per attribuire i potenziali ai vari livelli, formalizzare strategie per i singoli livelli e impostare in modo mirato le misure. Prendiamo l’esempio della promozione dei materiali da costruzione sostenibili: esistono diversi approcci per promuovere l’utilizzo di questi materiali. Si possono p. es. informare gli attori interessati mostrando esempi di buona prassi o rafforzare la formazione in questo ambito, oppure si può mettere a punto un monitoraggio per determinare quali materiali vengono utilizzati e dove. Infine, per la loro promozione si possono anche introdurre incentivi o emanare prescrizioni specifiche. Questi esempi mostrano i possibili livelli di intervento.
Modulo Definizione degli obiettivi e della strategia
Risultati attesi
Le condizioni quadro sono chiare
Gli obiettivi e la road map sono definiti
La strategia di sviluppo è definita
Definizione degli obiettivi e della strategia
Scopo
La definizione degli obiettivi e della strategia permette di stabilire un orientamento e parametri di misurabilità condivisi in materia di sviluppo. Su tale base è anche possibile, qualora fosse necessario, chiedere un sostegno finanziario per l’attuazione.
Definizione degli obiettivi
Preparazione
La definizione degli obiettivi può, per esempio, essere affidata esclusivamente ai manager regionali (o ai responsabili della città o del comune) e in un secondo tempo discussa nell’ambito di un workshop dedicato alla definizione della strategia.
Le domande da porsi in fase di definizione degli obiettivi sono:
Esiste già una strategia di sviluppo regionale (o qualcosa di simile) che potrebbe essere completata o con la quale gli obiettivi definiti dovrebbero essere in linea?
Esistono per esempio strategie cantonali o nazionali che possono servire a legittimare l’economia circolare?
Quali gruppi target si intende raggiungere?
Quali sono gli obiettivi della regione in materia di economia circolare? Si tratta di obiettivi generali, obiettivi settoriali specifici, obiettivi specifici in materia di risorse o altro?
Ci sono parametri che permettano di misurare gli obiettivi?
In particolare, è importante definire quanto prima il gruppo target e, insieme agli attori coinvolti, fare in modo che questo rifletta il più possibile le specificità locali. A seconda del contesto e del grado di maturità della regione, gli obiettivi possono variare. Possono essere per esempio dedotti dall’analisi del contesto e del potenziale o essere definiti separatamente.
La Theory of change (teoria del cambiamento) può risultare utile in questo senso. Si parte definendo gli obiettivi a lungo termine, le condizioni quadro necessarie e i risultati attesi nonché pianificando le attività per raggiungere i risultati. A tal fine, si veda il modello presentato di seguito, tenendo a mente l’importanza e l’utilità di obiettivi che siano in linea con le strategie già esistenti (p. es. strategia di sviluppo regionale).
Una strategia può aiutare a comprendere come raggiungere gli obiettivi definiti ed è per questo che andrebbe messa a punto insieme ai principali attori interessati. La strategia dovrebbe indicare una vision, obiettivi chiari, i ruoli e le responsabilità, nonché far riferimento ad altre strategie. Una strategia che goda di un ampio sostegno è fondamentale per un’attuazione efficiente dei progetti e per la definizione dell’orientamento dell’intero percorso. In base al contesto, gli obiettivi in materia di economia circolare possono anche essere integrati nelle strategie esistenti. È anche possibile combinare un processo di definizione della strategia con l'analisi del contesto e del potenziale.
A seconda dei casi, per definire la strategia può essere opportuno immaginare scenari di sviluppo diversi così come può essere sufficiente una procedura unica sotto forma di road map.
Pianificazione e svolgimento dei workshop
Procedura per un workshop di definizione della strategia:
Preparazione: valutazione del contesto e definizione di un programma per il workshop, invio degli inviti e, se necessario, assegnazione dell’incarico ai partecipanti di definire gli obiettivi.
Svolgimento: all’inizio è possibile intavolare una discussione in merito agli obiettivi. Dopodiché, ai fini della definizione della strategia, si può passare a immaginare, discutere e priorizzare scenari di sviluppo diversi, in modo tale che la strategia definita sia chiara a tutti e che si possa giungere a vision condivisa. Su questa base, si possono definire le tappe successive della procedura o una sorta di road map e il calendario.
Formalizzazione: formalizzazione per iscritto della strategia (p. es. all’interno di una strategia di sviluppo regionale), invio ai partecipanti.
Le responsabilità e i compiti precisi in materia di attuazione sono definiti.
Il modello d’efficacia è definito.
Il piano di finanziamento è definito.
Definizione delle misure
Definizione delle misure con gli attori regionali
Lo scopo di questa fase di lavoro consiste nell’identificare e selezionare una serie di misure che siano attuabili, abbiano un’efficacia garantita e permettano di raggiungere gli obiettivi predefiniti. Inoltre, sarà necessario precisare le tappe successive e le responsabilità.
Per la definizione delle misure, si consiglia di organizzare un workshop con gli attori rilevanti della regione, della città o del comune.
Possibili domande utili per la preparazione del workshop:
Quali attori devono essere coinvolti nella definizione delle misure? È necessario coinvolgere altri esperti?
Le misure devono essere definite ex novo nell’ambito del workshop o si tratta piuttosto di discutere una bozza elaborata in precedenza? A seconda del caso, anche le domande che seguono possono rivelarsi utili per la preparazione o lo svolgimento del workshop.
Possibili domande utili per la definizione delle misure con gli attori regionali:
Per quale realtà (Cantone, regione, comune, azienda) sono pensate le misure?
A quale livello si collocano le misure e a quali gruppi target sono rivolte (approccio basato sul potenziale nel modulo «Analisi del potenziale»)?
Le misure possono già essere desunte facilmente dalla strategia o sono necessarie ulteriori competenze specifiche?
Vi sono esempi di progetti che hanno dovuto far fronte a sfide simili (catalogo delle misure, sito internet con raccolta di esempi)?
Possibili domande utili per un approfondimento delle misure:
Le misure sono efficaci?
Le misure sortiscono l’effetto desiderato? (Cfr. Garantire l’efficacia)
Come potrebbero essere finanziate le misure? (Cfr. Garantire il finanziamento)
Le misure sono attuabili? Con quali tempi?
Se no, cosa è necessario fare a tal fine?
Partendo dalle domande di cui sopra si può allestire un programma su misura per lo svolgimento del workshop che potrebbe essere strutturato come segue.
Per prima cosa, si presenta di nuovo, brevemente, il grafico relativo alla Theory of change. Si struttura quindi il workshop definendo risultati intermedi da raggiungere. Dopodiché, si raccolgono le attività/misure pensate per la realizzazione di tali risultati, tenendo presenti le domande utili per la definizione delle misure. Si passa poi a una verifica delle misure, tenendo presenti le domande utili per un loro approfondimento. Infine, si chiariscono le tappe successive e le responsabilità.
Se esiste già una bozza delle misure, è possibile ottimizzare l’efficienza dell’intero processo partendo da una breve presentazione della bozza stessa per passare poi a valutarla congiuntamente, elaborare una raccomandazione e infine definire le responsabilità e le tappe successive per l’attuazione delle misure.
Il lavoro di formalizzazione successivo dipenderà dalla maturità delle misure. A seconda della situazione e del contesto, si potrebbero dover chiarire ulteriormente alcune questioni tecniche, finanziarie o inerenti al personale. Al termine di questa fase, si raccomanda comunque di informare gli attori coinvolti sulle misure definite e di chiedere se necessario un loro riscontro. In alcuni casi potrebbe inoltre rivelarsi utile un secondo workshop.
Come posso garantire che il progetto abbia l’efficacia auspicata? Le misure previste sono effettivamente in linea con gli obiettivi strategici? Sono domande da porsi fin da subito. In questo senso, può essere opportuno elaborare un modello d’efficacia con indicatori misurabili. Questo permetterà di visualizzare con maggiore chiarezza le interazioni in grado di concorrere all’efficacia del progetto, andando ad agevolare la definizione di gruppi target e delle misure. Un modello d’efficacia può risultare utile anche per la comunicazione esterna poiché permettere di illustrare in modo chiaro gli obiettivi e gli effetti attesi.
Nei progetti di economia circolare sono spesso coinvolti molti partner. Lo sviluppo congiunto di un modello d’efficacia può contribuire a fare chiarezza in merito al mandato, alla procedura e alla ripartizione dei ruoli e a renderli vincolanti, creando maggiore impegno e consapevolezza.
Il modello d’efficacia può anche essere impiegato per stimolare una riflessione comune durante la fase di attuazione. Inoltre, sulla base degli indicatori d’efficacia, i risultati raggiunti potranno essere misurati e comunicati verso l’esterno.
Per progetti a livello di regione o città, è importante che i ruoli dei partecipanti e le responsabilità direttive siano chiari. Il responsabile (p. es. il manager regionale o la persona incaricata dell’amministrazione comunale) svolge vari compiti, come per esempio:
monitoraggio regolare dell’avanzamento dei progetti (p. es. sulla base del modello d’efficacia)
comunicazione (interna ed esterna)
coordinamento tra i partecipanti
persona di riferimento per i partecipanti
promozione di un processo di apprendimento comune (p. es. organizzazione, durante e dopo i progetti, di workshop di riflessione finalizzati a un’analisi congiunta dell’efficacia).
Ulteriori informazioni per un’attuazione efficace dei progetti
La tabella seguente fornisce una panoramica delle possibili misure in diversi ambiti tematici dell’economia circolare. Una versione più dettagliata può essere scaricata sotto la tabella.
Ambito tematico / filiera
Misura
Livello d'azione
Alimentare
Sostenere le filiere alimentari di prossimità
Comune/Cantone
Alimentare
Valorizzare la raccolta differenziata dei rifiuti organici
Modello di noleggio o leasing (p. es. mobili, attrezzature)
Cantone/Comune (Confederazione)
Energia
Teleriscaldamento
Comune
Energia
Energie rinnovabili
Comune/Cantone
Acqua
Raccolta dell'acqua piovana
Comune
Edilizia/costruzione
Criteri di sostenibilità per l'edilizia
Cantone/associazioni di categoria
Edilizia/costruzione
Sviluppo di modelli di cantiere circolare
Comune/Cantone/associazioni di categoria
Edilizia/costruzione
Borsa di scambio per attrezzature di lavoro usate
Comune/imprese
Edilizia/costruzione
Utilizzare materie prime riciclate
Comune/Cantone/imprese
Finanza
Creare un fondo di finanziamento per imprese attive nell'economia circolare
Cantone
Finanza
Fideiussioni per progetti di economia circolare
Confederazione/Cantone
Finanza/interdisciplinare
Premi per progetti nel settore dell'economia circolare
Regione/Comune/Cantone
Interdisciplinare
Piattaforma Economia circolare nella regione
Regione/Comune
Interdisciplinare
Definire una vision condivisa (road map)
Regione/Comune
Interdisciplinare
Associazioni comunali e regionali dedicate all'economia circolare
Tutti i livelli
Versione più dettagliata del catalogo delle misure con informazioni (p. es. sugli obiettivi e sull’efficacia prevista della rispettiva misura) e opzioni di filtro:
È stata elaborata una strategia con gruppi target definiti e un piano d’azione.
Le attività di informazione e di comunicazione sono implementate.
Compiti principali
Sensibilizzazione e collaborazione
La sensibilizzazione e la collaborazione tra diversi attori di vari settori, organizzazioni e istituzioni sono una base fondamentale per promuovere l’economia circolare. La comunicazione attiva e mirata è quindi un importante motore in questo senso.
Compiti chiave della comunicazione attiva:
Sensibilizzare, ispirare, motivare
Informare, divulgare, posizionare
Coinvolgere
Mettere in rete
Condividere conoscenze ed esperienze
Sensibilizzare
Sensibilizzare e promuovere l’impegno degli attori
La transizione da un sistema economico lineare a uno circolare richiede un cambiamento di paradigma da parte del maggior numero possibile di attori. Nell’economia circolare anche i consumatori svolgono un ruolo importante e possono fornire un contributo essenziale attraverso i loro comportamenti di consumo.
Affinché le strategie e i progetti di economia circolare abbiano successo, è quindi necessario sensibilizzare diversi gruppi target. È importante mostrare loro i principi di base dell’economia circolare, il valore aggiunto e le possibilità di azione che questa offre.
Le misure di sensibilizzazione mirano a incoraggiare un cambiamento di approccio e, in ultima analisi, il coinvolgimento fattivo. Pertanto, è importante adeguare l’argomentazione e la comunicazione delle buone prassi al gruppo target che si intende raggiungere. Si possono p. es. organizzare webinar o eventi informativi per le aziende, dove i partecipanti possono confrontarsi con le esperienze di altre aziende e capire quali sono gli aspetti importanti dell’economia circolare (p. es. sulla base di esempi quali la Tropenhaus Wolhusen, il gruppo Eberhard o altre aziende della regione). Per il pubblico, invece, è utile sapere come ciascuno può contribuire all’economia circolare nella propria vita quotidiana. A questo scopo si può fare riferimento a campagne di sensibilizzazione già in atto, come Foodwaste.ch o Secondhand Day, oppure a iniziative locali.
Ai comuni di una regione si possono per esempio spiegare le diverse possibilità per procedere ad acquisti pubblici sostenibili. La piattaforma Kompass Nachhaltigkeit fornisce esempi pratici.
Maggiori informazioni e ausili per una comunicazione mirata:
La comunicazione attiva è un importante fattore di successo per i progetti e le strategie di economia circolare regionali o locali. Permette per esempio di ottenere il sostegno necessario per realizzare un progetto e può incoraggiare gli attori a impegnarsi a favore dell’economia circolare. Le misure di comunicazione relative al progetto, al suo avanzamento e ai risultati ottenuti andrebbero pianificate e attuate fin dalla fase iniziale.
Pianificare e implementare la comunicazione in modo sistematico
Una comunicazione efficace ed efficiente richiede una pianificazione e una strategia. Può risultare utile elaborare un piano di comunicazione con gruppi target ben definiti e un piano d’azione. È anche importante definire a chi compete la responsabilità della comunicazione.
Regioni, città, organizzazioni o aziende che hanno già un piano di comunicazione possono integrarvi le attività di informazione e comunicazione legate ai rispettivi progetti di economia circolare. Questo facilita anche il coordinamento e permette di evidenziare le sinergie.
Le esperienze e le conoscenze acquisite durante la realizzazione del progetto sono utili non solo per i promotori ma anche per le altre persone che ne stanno pianificando uno simile. Gli esperti o i responsabili di altri progetti possono infatti fornire preziosi input e impulsi. Vi sono molteplici possibilità per mettere in comune le conoscenze acquisite e allo stesso tempo beneficiare delle esperienze altrui:
regiosuisse offre la possibilità di condividere esempi interessanti (p. es. in occasione di eventi o tramite il suo sito Internet). Chi desidera presentare la propria esperienza nell’ambito di un evento organizzato da regiosuisse o vuole segnalarci risultati interessanti e novità (da pubblicare poi sul nostro sito Internet o mediante altri canali) può contattare info@regiosuisse.ch.
Nella banca dati dei progetti regiosuisse sono riportati progetti interessanti che riguardano l’economia circolare (utilizzare l’apposito filtro di ricerca).
Nella banca dati dei progetti regiosuisse sono riportati progetti interessanti che riguardano l’economia circolare (utilizzare l’apposito filtro di ricerca).
Il gruppo LinkedIn Public Regional Management lanciato da regiosuisse offre la possibilità di scambiare notizie, conoscenze, esperienze e idee con esperti dello sviluppo regionale.
La piattaforma genie.ch si rivolge agli specialisti delle aziende e dell’amministrazione e propone, tra l’altro, workshop e una newsletter.
Circular Hub è una piattaforma di scambio di conoscenze e di networking che offre consulenza, corsi e una rivista destinata alle aziende.
SHIFT Switzerland mira a promuovere partenariati tra gli attori dell’economia circolare e organizza iniziative e eventi interessanti.
Conoscete altre piattaforme e istituzioni interessanti che offrono la possibilità di scambiare esperienze? Segnalatele contattando info@regiosuisse.ch.
Questa rubrica contiene informazioni approfondite sul tema dello sviluppo sostenibile in Svizzera e sull’importanza che assume per lo sviluppo regionale, in particolare per la Nuova politica regionale (NPR). Propone inoltre strumenti, link, esempi e approfondimenti per aiutare i promotori di progetti a rispettare gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Siete invitati a inviare suggerimenti per questo dossier a Thomas Probst.
Lo sviluppo sostenibile e la sua promozione da parte della Confederazione sono sanciti dalla Costituzione federale. Per attuare questo mandato, la Svizzera si ispira alla definizione dell’ONU, secondo cui lo sviluppo è sostenibile se garantisce il soddisfacimento dei bisogni della generazione attuale senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Per riuscirci, occorre tener conto in maniera equilibrata della capacità economica, della solidarietà sociale e della responsabilità ecologica in tutte le politiche federali. L’integrazione di queste tre dimensioni deve poggiare sul quadro di riferimento globale per la sostenibilità in vigore dal 2016 (Agenda 2030) e sui suoi 17 obiettivi.
Il concetto di «sostenibilità» è stato inventato dal tedesco Hans Carl von Carlowitz, che lo menzionò la prima volta nella sua opera «Sylvicultura oeconomica» pubblicata nel 1713, in cui raccomandava di tagliare solo il legname che potesse ricrescere al fine di salvaguardare il patrimonio boschivo. La sostenibilità è lo stato a cui si aspira, lo «sviluppo sostenibile» il percorso per raggiungere questo obiettivo.
Nella Costituzione federale del 1999 lo sviluppo sostenibile è menzionato a più riprese: l’articolo 2 definisce gli scopi primari della Confederazione svizzera, tra cui la promozione dello sviluppo sostenibile; l’articolo 73 incarica invece la Confederazione e i Cantoni di operare a favore di «un rapporto durevolmente equilibrato tra la natura, la sua capacità di rinnovamento e la sua utilizzazione da parte dell’uomo».
L’Agenda 2030 dell’ONU, quadro di riferimento globale per la sostenibilità
Secondo la definizione dell’ONU, lo sviluppo è sostenibile se garantisce il soddisfacimento dei bisogni della generazione attuale senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Lo sviluppo sostenibile comprende tre dimensioni: «capacità economica», «solidarietà sociale» e «responsabilità ecologica». Per garantire che la sostenibilità possa essere raggiunta entro il 2030, dal 2016 è in vigore il quadro di riferimento globale per la sostenibilità Agenda 2030 che prevede 17 «Sustainable Development Goals (SDGs)». Anche la Svizzera ha adottato l’«Agenda 2030» e i suoi obiettivi che, pur essendo validi per tutti i Paesi, devono essere adeguati in base alle caratteristiche specifiche e alle priorità nazionali. In Svizzera gli sforzi si concentrano sulla promozione della produzione e del consumo responsabili (SDG 12), la riduzione delle disuguaglianze (SDG 10), la protezione del clima (SDG 13) e la tutela della biodiversità (SDG 15).
Implementazione in Svizzera
Dal 1997 il Consiglio federale definisce gli obiettivi di sostenibilità della Svizzera nella Strategia per uno sviluppo sostenibile, che rappresenta lo strumento principale per attuare l’Agenda 2030. Una delle linee guida fondamentali della strategia, la cui implementazione è coordinata e gestita dal Consiglio direttivo Agenda 2030, impone di tener conto in egual misura, in modo equilibrato e integrato delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: solidarietà sociale, capacità economica e responsabilità ecologica. Le politiche settoriali della Confederazione poggiano su questi principi e forniscono un quadro di riferimento per lo sviluppo della Svizzera nelle tre dimensioni della sostenibilità. Qui di seguito sono presentate brevemente in base alla dimensione prioritaria:
A – Dimensione «capacità economica»
La politica regionale persegue obiettivi simili alla promozione dell’economia, in quanto mira a rafforzare la competitività delle regioni e ad aumentare il loro valore aggiunto, contribuendo così alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro. Si mira a garantire una retribuzione adeguata dei lavoratori e a promuovere il loro sviluppo personale e condizioni di lavoro dignitose e paritarie. Gli obiettivi impliciti sono l’occupazione decentrata del territorio nazionale e la riduzione delle disparità regionali, il cui conseguimento può essere agevolato dall’adozione di un modello di tassazione equo. I limiti di sopportabilità ecologica sono rispettati.
Esempi di politiche o strategie settoriali della Confederazione:
La politica economica monitora e commenta lo sviluppo economico a livello nazionale e internazionale, identifica i bisogni di politica economica e analizza la normativa federale applicabile in questo ambito.
Il portale Economia verde della Confederazione illustra i diversi modelli operativi, le attività e le iniziative per ridurre la pressione della Svizzera sull’ambiente mantenendo o aumentando la sua competitività. Oltre a presentare le idee e le strategie che le aziende applicano già, spesso su base volontaria, per un uso più efficiente delle risorse e che consentono loro di ottenere utili o di accedere a nuovi mercati, il portale menziona anche i timori e le apprensioni degli ambienti economici. L’economia verde poggia sulla chiusura dei cicli. Maggiori informazioni si trovano nel toolbox online di regiosuisse per la promozione dell'economia circolare.
La Strategia energetica 2050 mira a ridurre il consumo di energia, incrementare l’efficienza energetica e promuovere le energie rinnovabili, in modo da ridurre la dipendenza della Svizzera dalle importazioni di combustibili fossili e potenziare la produzione nazionale di energia da fonti rinnovabili. Questo permette di creare posti di lavoro e genera investimenti in Svizzera. Non verranno costruite nuove centrali nucleari. Per lo sviluppo regionale sono interessanti anche il Programma Edifici o le gare pubbliche nel settore dell’efficienza energetica (ProKilowatt), nell’ambito dei quali vengono sostenute anche misure di efficienza nella produzione e distribuzione di elettricità (compresa la promozione della produzione di elettricità da calore disperso). Con la nuova legge sull’energia, i costi di demolizione sostenuti per costruire un nuovo edificio sono detraibili. Questo permetterà di promuovere le ristrutturazioni globali volte ad aumentare l’efficienza energetica. Inoltre, agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è ora attribuito un interesse nazionale. Questo significa che quando le autorità o i tribunali sono chiamati a statuire nell’ambito della ponderazione di interessi, la protezione della natura e del paesaggio e la produzione di elettricità da fonti rinnovabili sono considerate entrambe interessi nazionali e, pertanto, sono equiparate.
Tutti gli scenari della Confederazione dimostrano che la crescita demografica ed economica prevista entro il 2040 comporterà anche un drastico aumento del traffico. Per affrontare le nuove sfide sono indispensabili la collaborazione tra i diversi Uffici e la capacità di anticipare i cambiamenti. A tal fine il DATEC ha elaborato un piano strategico sul futuro della mobilità che funge da quadro di riferimento.
La Strategia Svizzera digitale definisce nove campi d'azione, ciascuno con obiettivi concreti. I campi d’azione coprono un’ampia gamma di temi in cui la digitalizzazione svolge un ruolo importante per la Svizzera.
La Politica agricola 2022 della Confederazione mira ad aumentare il valore aggiunto della filiera agroalimentare sul mercato, a migliorare l’efficienza aziendale, a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento e a ridurre ulteriormente l’inquinamento ambientale e il consumo di risorse non rinnovabili.
La Strategia del turismo della Confederazione vuole radicare la sostenibilità nel turismo svizzero intensificando il dialogo, il coordinamento e il trasferimento di conoscenze e migliorando la misurabilità. Nel periodo 2020-2021 verrà stilato un bilancio del rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile nella politica del turismo della Confederazione.
L’uso sostenibile delle risorse idriche è disciplinato e garantito da varie leggi e ordinanze che riguardano l’economia idrica.
Con la Politica forestale 2020 la Confederazione crea le condizioni quadro necessarie affinché il bosco possa svolgere le sue numerose funzioni a favore della società, dell’economia, dell’ecologia e del clima e pone le basi per una gestione del bosco sostenibile, efficiente e innovativa.
B – Dimensione «solidarietà sociale»
Un’economia forte richiede partenariati e istituzioni sociali solidi e sistemi educativi e sanitari efficienti. Questo presuppone anche un alto livello di coesione sociale tra individui, generazioni, comuni o regioni oppure la realizzazione delle pari opportunità. La NPR contribuisce all’occupazione decentrata del territorio e alla conservazione del patrimonio culturale regionale.
Nell’ambito delle rispettive competenze, la Confederazione e i Cantoni provvedono congiuntamente a un’elevata qualità e permeabilità dello spazio formativo svizzero.
Attraverso la strategia di politica sanitaria 2020-2030 il Consiglio federale intende migliorare ulteriormente il sistema svizzero, affinché tutti possano continuare a beneficiare di un sistema sanitario di qualità e finanziariamente sostenibile. Sanità2030 fornisce il quadro d’azione politico al quale tutti gli attori del sistema sanitario possono orientarsi.
Rafforzare la coesione del Paese mantenendo intatta la varietà culturale e avvicinare la popolazione alla cultura sono due degli obiettivi principali della politica culturale del Consiglio federale.
Per preservare i servizi ecosistemici, che sono la base per lo sviluppo della società e dell’economia, sono necessarie misure per proteggere il suolo, le risorse idriche, il clima, la biodiversità e il paesaggio.
il Progetto territoriale Svizzera presenta una strategia comune per uno sviluppo territoriale sostenibile, nell’ambito della quale assumono un ruolo prioritario la pianificazione e l’azione su base partecipativa all’interno di aree di intervento.
L’obiettivo climatico 2050 deciso dal Consiglio federale il 28 agosto 2019 prevede che entro il 2050 la Svizzera dovrà azzerare le sue emissioni di gas serra.
La Strategia del Consiglio federale di adattamento ai cambiamenti climatici dovrebbe permettere di trarre vantaggio dalle possibilità derivanti dai cambiamenti climatici, minimizzare i rischi legati a tali cambiamenti, proteggere la popolazione, i beni materiali e le risorse vitali naturali e migliorare la capacità di adattamento (resilienza) della società, dell’economia e dell’ambiente.
La nuova Strategia Suolo Svizzera adottata in maggio 2020 mira ad azzerare il consumo netto di suolo entro il 2050. Si potrà continuare a costruire, ma le funzioni del suolo che andranno perse dovranno essere compensate in un altro luogo da interventi di valorizzazione.
La Strategia Biodiversità Svizzera con il suo piano d’azione permetterà in primo luogo di creare una biodiversità ricca e in grado di reagire ai cambiamenti e di preservare a lungo termine la biodiversità e i servizi ecosistemici che fornisce.
La Concezione «Paesaggio svizzero» (CPS), aggiornata il 27 maggio 2020, è uno strumento di pianificazione della Confederazione che crea il quadro di riferimento per uno sviluppo coerente e qualitativo del paesaggio, inteso come spazio abitativo, lavorativo, ricreativo, di movimento, culturale ed economico nonché come base territoriale per la biodiversità. Secondo la visione della CPS, la bellezza e la varietà dei paesaggi svizzeri, con le loro peculiarità naturali e culturali a livello regionale, offrono alle generazioni presenti e future un’elevata qualità di vita e dei luoghi.
La Strategia vigente per uno sviluppo sostenibile 2030 definisce i tre ambiti tematici principali – «consumo e produzione sostenibili», «clima, energia e biodiversità» e «pari opportunità e coesione sociale». I settori in cui sussiste per la Svizzera la maggiore necessità di intervento e di coordinamento tra i diversi ambiti politici per quanto riguarda la politica interna ed estera.
La sostenibilità nella Nuova politica regionale (NPR)
Introduzione
La politica regionale della Confederazione è una politica sul lungo periodo, orientata alla sostenibilità, che mira a fornire strumenti per promuovere l’utilizzo efficiente delle risorse economiche, sociali e naturali. L’obiettivo di questa politica è di aumentare il valore aggiunto prodotto nelle regioni tenendo conto dei principi dello sviluppo sostenibile.
Con la Nuova politica regionale (NPR), la Confederazione e i Cantoni sostengono lo sviluppo economico delle regioni di montagna, delle aree rurali e delle regioni di confine. La promozione economica è prioritaria. Parallelamente, la NPR si impegna a favore dello sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni (economica, sociale e ambientale).
Lo sviluppo sostenibile nella NPR: concetto per il periodo di attuazione a partire dal 2024
Nella Strategia svizzera per uno sviluppo sostenibile 2030, il Consiglio federale definisce le linee guida della politica svizzera in materia di sostenibilità e stabilisce che lo sviluppo sostenibile è un requisito importante per tutte le aree politiche. Per la Nuova Politica Regionale, la SECO ha elaborato il concetto «Sviluppo sostenibile nella NPR» in consultazione con i servizi cantonali della NPR. Il concetto si basa su una vi-sione orientata alle opportunità: i potenziali dello sviluppo sostenibile dovrebbero essere riconosciuti e sfruttati in modo coerente nel perimetro della NPR. Allo stesso tempo, i rischi devono essere ridotti. Lo sviluppo delle conoscenze, il trasferimento di competenze e gli incentivi sono le leve centrali. Il nucleo del concetto consiste in nove obiettivi concreti di sostenibilità con indicatori e valori obiettivo. I Cantoni stanno implementando il concetto nei nuovi programmi di attuazione per il periodo di finanziamento 2024-2027.
La NPR si basa su una comprensione integrata della sostenibilità: un'economia prospera, una società sana e risorse naturali intatte sono reciprocamente dipendenti. Il modello del Stockholm Resilience Centre illustra questa comprensione e crea un collegamento con gli obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030 dell’ONU:
Esempi di progetti sostenibili realizzati nell’ambito della NPR
> Sulla base di una raccolta di misure e esempi, il Toolbox Agenda 2030 indica come i Cantoni e i Comuni possono attuare l'Agenda 2030 e i 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile.
I progressi compiuti nell’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile possono essere misurati solo se si dispone dei dati necessari. Per questo, dal 2003 la Svizzera dispone di un sistema di monitoraggio dello sviluppo sostenibile (MONET). La popolazione e la politica si aspettano un contributo anche dalla politica regionale, che deve investire le risorse finanziarie in modo efficiente e a favore delle generazioni future. Il rispetto dei principi dello sviluppo sostenibile è un’esigenza ovvia per la NPR e può essere integrato a vari livelli nella promozione e nella garanzia della sostenibilità dei progetti cantonali e comunali. È fondamentale che la sostenibilità venga intesa come cultura del miglioramento e non come ostacolo amministrativo.
Misurare la sostenibilità
L’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) costituiscono il quadro di riferimento globale per la sostenibilità. A che punto è la Svizzera? Si sta muovendo nella giusta direzione? Il sistema di monitoraggio dello sviluppo sostenibile (MONET) fornisce una risposta a queste domande e documenta le lacune e gli interventi necessari. In Svizzera la necessità di intervento si focalizza in particolare sulla promozione della produzione e del consumo responsabili (SDG 12), la riduzione delle disuguaglianze (SDG 10), la protezione del clima (SDG 13) e la tutela della biodiversità (SDG 15).
MONET: sistema di monitoraggio dello sviluppo sostenibile e dell’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU in Svizzera
Dal 2003 la Svizzera dispone di un sistema di monitoraggio dello sviluppo sostenibile (MONET). Si tratta di un sistema di indicatori che permette di fare un punto della situazione dello sviluppo sostenibile in Svizzera ed evidenzia i progressi nell’attuazione dei 17 obiettivi (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei sotto-obiettivi adeguati al contesto svizzero. Il sistema contempla 23 indicatori chiave che rappresentano le tre dimensioni della sostenibilità (ambiente, società ed economia) e sono consultabili sul portale statistico dell’Ufficio federale di statistica (UST).
Spetta a Confederazione, Cantoni e promotori valutare la sostenibilità dei programmi e dei progetti NPR. La Confederazione raccomanda di fornire indicazioni sulla sostenibilità già durante la formulazione dei programmi d’attuazione quadriennali dei Cantoni. In particolare, vanno evidenziati i conflitti di obiettivi in modo da individuare tempestivamente le possibilità di ottimizzazione. La valutazione della sostenibilità deve rilevare gli ambiti in cui sorgono (o possono sorgere) sostanziali conflitti di obiettivi e le possibili soluzioni (p. es. misure di accompagnamento alternative). Occorre mostrare in che modo si possono prevenire gli effetti negativi nelle tre dimensioni della sostenibilità. Una volta attuati i programmi, va presentato alla Confederazione un rapporto finale che contiene una valutazione della sostenibilità. In genere si tratta di valutazioni qualitative come nella formulazione dei programmi d’attuazione. In questo senso, è consigliabile coinvolgere i servizi cantonali competenti. Anche determinati progetti sostenuti dalla NPR devono rispettare i principi di sostenibilità. I Cantoni possono definire priorità diverse nella scelta e nell’accompagnamento dei progetti. Un ruolo fondamentale lo giocano in ogni caso la determinazione e la volontà dei promotori a impegnarsi a favore dello sviluppo sostenibile nella loro regione.
Per l’applicazione nella pratica – dall’idea progettuale alla sua attuazione – è opportuno procedere a una valutazione della sostenibilità, che mira a un’analisi equilibrata degli effetti economici, sociali ed ecologici dei progetti. Questo strumento permette da un lato di presentare e giustificare le decisioni prese in modo trasparente, dall’altro funge da strumento di ottimizzazione evidenziando i possibili conflitti di obiettivi già nelle fasi iniziali e mostrando gli adeguamenti e i miglioramenti necessari.
Checklist per la valutazione iniziale della sostenibilità di un progetto
La checklist per la valutazione iniziale della sostenibilità di un progetto si basa sulla «Bussola 21» elaborata dal Canton Vaud. Può essere consultata e utilizzata già prima della concretizzazione di un’idea progettuale:
Capacità economica
Responsabilità ecologica
Solidarietà sociale
Creazione di valore aggiunto regionale e distribuzione della ricchezza
Miglioramento delle condizioni di lavoro
Creazione di nuovi posti di lavoro per la popolazione locale
Miglioramento delle condizioni quadro per l’economia
Promozione della competitività e dell’innovazione
Aumento della visibilità di una regione e della sua attrattiva per i visitatori
Impiego responsabile delle finanze pubbliche
Risposta ai bisogni esistenti e adeguatezza dell’offerta
Protezione della biodiversità e dell’ambiente naturale
Protezione o miglioramento del benessere degli animali
Promozione delle fonti energetiche regionali e a basse emissioni di CO2 (contributo alla protezione del clima)
Riduzione del traffico o delle distanze di trasporto e promozione della mobilità lenta, del trasporto pubblico e della mobilità elettrica (contributo alla lotta contro l’inquinamento acustico e alla protezione del clima)
Rinuncia a sostanze nocive per la salute, gli animali o l’ambiente o sostituzione con altre sostanze
Promozione dell’economia circolare
Protezione o miglioramento della qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo
Riduzione al minimo dell’usura del suolo
Preservazione o valorizzazione del paesaggio
Riduzione al minimo dell’inquinamento luminoso
Contenimento dell'inquinamento acustico
Promozione della qualità della vita, della salute e della previdenza
Rafforzamento della formazione e delle attività culturali e sportive
Rafforzamento della coesione sociale
Nessun aumento del rischio legato ai pericoli naturali
Preservazione o valorizzazione dello spazio pubblico e abitativo
Rafforzamento delle pari opportunità, della parità di genere e della sicurezza
Promozione della partecipazione di tutti gli attori e della popolazione e promozione dell’accettazione del progetto
Tool per la considerazione della sostenibilità nei progetti
La SECO raccomanda metodi di ottimizzazione e di valutazione collaudati e riconosciuti, come la valutazione della sostenibilità, la bussola della sostenibilità del Canton Berna e la Bussola 21 del Canton Vaud. La Bussola 21 (Kompass/Boussole 21) è uno strumento online pragmatico, gratuito e disponibile in tre lingue nazionali. La Piattaforma «Valutazione della sostenibilità» mira a rafforzare questo metodo fornendo informazioni, supporto e promuovendo lo scambio tra gli utenti. Per le aziende e le organizzazioni del settore turistico, Svizzera Turismo ha lanciato l'ambizioso programma di sostenibilità «Swisstainable» con lo strumento «Sustainability check» (tabella riassuntiva scaricabile, solo in francese o tedesco).
Esempio di rappresentazione grafica di una valutazione della sostenibilità con lo strumento «Bussola 21». I punti deboli di un progetto possono essere rapidamente identificati ai fini dell’ottimizzazione:
La bussola della sostenibilità del Canton Berna è particolarmente utile quando è necessaria un’analisi più dettagliata:
I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sulle regioni: i fenomeni meteo estremi sono più frequenti, i ghiacciai si ritirano, il paesaggio si trasforma. Analizzare per tempo le opportunità e i rischi rende le regioni più resilienti, ma per contenere gli effetti occorre dare priorità alla protezione del clima. Questo permetterebbe anche di limitare la dipendenza energetica dall’estero. In questa rubrica presentiamo in sintesi lo stato delle conoscenze e illustriamo in che modo e con quali mezzi le regioni possono dare il proprio contributo.
Vulnerabilità delle regioni e adattamento ai cambiamenti climatici
Per mantenere o migliorare la qualità della vita nei centri abitati, è necessario tenere conto dell’evoluzione climatica futura. Si prevede per esempio che, se non verranno adottate misure di protezione del clima, i giorni di calura raddoppieranno entro il 2060 e addirittura triplicheranno entro il 2085. Nell’Altopiano, il fabbisogno di energia per i sistemi di raffreddamento degli edifici aumenterà notevolmente, come indica uno studio pubblicato dall’Empa. Per contenere il più possibile l’aumento della domanda, occorre quindi tener conto soprattutto della necessità di ridurre la temperatura negli edifici in estate, anziché limitarsi a ottimizzare la dispersione termica in inverno. Nelle aree edificate la pianificazione territoriale punta a conservare e creare aree verdi, specchi d’acqua e superfici non impermeabilizzate (principio delle «città spugna») come pure a mantenere corridoi liberi per far circolare l’aria, in modo da preservare il raffreddamento naturale durante la notte. Gli studi di architettura e le imprese di costruzione possono utilizzare materiali adattati al clima, come il legno (vedi p. es. il progetto Materiali da costruzione per le città e cambiamento climatico nell’ambito del programma pilota Adattamento ai cambiamenti climatici della Confederazione), oltre che inverdire gli edifici e gli spazi adiacenti. Laddove non è possibile rinunciare al manto stradale, si possono impiegare miscele di asfalto «fresche» che permettono di ridurre le isole di calore e il rumore.
Nelle aree di montagna, i cambiamenti climatici hanno un impatto sui pericoli naturali (p. es. a causa dello scioglimento del permafrost o dell’indebolimento dei boschi di protezione), sul regime idrico e sulla copertura nevosa. Poiché a medio termine solo le stazioni sciistiche ad alta quota saranno in grado di sopravvivere, le destinazioni possono scegliere di sviluppare offerte alternative agli sport sulla neve.
Proteggere il clima grazie alle tecnologie nuove e a quelle esistenti
Dalle attività per ridurre le emissioni di gas serra possono nascere innovazioni, nuovi settori di attività e nuovi posti di lavoro. L’economia svizzera può continuare a crescere anche con l’obiettivo «zero emissioni nette» (studio della Confederazione pubblicato nel 2022). Puntando fin da subito su prodotti, servizi e modelli di business rispettosi del clima, si possono evitare investimenti sbagliati in tecnologie superate («lock-in»). Nei settori che producono la quota più elevata di emissioni di gas serra (p. es. trasporti: 33%, edifici: 24% (dati 2014)), le tecnologie esistenti, come la geotermia, l’energia solare e la mobilità elettrica permetterebbero praticamente di azzerare le emissioni prodotte. Gli edifici sono già in grado di produrre più energia di quella che consumano (p. es. primo eco-quartiere a Worblaufen, Berna). Molto più difficile è ridurre le emissioni prodotte dall’agricoltura e dall’incenerimento dei rifiuti. Per raggiungere lo zero netto, sono necessarie tecnologie di cattura e stoccaggio del CO2 direttamente presso gli impianti industriali (CCS) e tecnologie a emissioni negative (NET). La ricerca ci sta lavorando.
Cambiamento climatico e politica climatica in Svizzera
Il cambiamento climatico non accenna a rallentare. Dal periodo preindustriale (1871-1900) la temperatura media è aumentata di 1°C a livello mondiale e di 2°C in Svizzera (MeteoSvizzera). Il riscaldamento climatico porta con sé una serie di conseguenze, tra cui l’alterazione della circolazione generale dell’aria nell’atmosfera. In Svizzera le estati sono più calde e secche, le ondate di calore più frequenti e più forti, mentre le altre stagioni sono un po’ più umide con l’aumento di precipitazioni intense e prolungate. Il limite della neve si alza e i ghiacciai si ritirano. Questa evoluzione è destinata a proseguire, come confermano gli scenari climatici CH2018. Senza misure di protezione del clima, la maggior parte dei ghiacciai svizzeri scomparirà entro il 2100.
Animazione: il Politecnico di Zurigo ha calcolato la velocità di ritiro del ghiacciaio dell’Aletsch, il più grande ghiacciaio delle Alpi, entro il 2100. Tra il 1850 e il 2020, i ghiacciai svizzeri hanno perso il 60% del loro volume. Circa un terzo del volume attuale potrebbe essere preservato grazie a misure coerenti di protezione del clima (a sinistra). In assenza di tali, il ghiacciaio dell’Aletsch scomparirà entro la fine del secolo (a destra).
La politica climatica della Svizzera si ispira all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015, in virtù del quale l’aumento medio della temperatura mondiale va mantenuto ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali per scongiurare conseguenze irreversibili per il pianeta. Secondo alcuni studi, il prodotto interno lordo del mondo, ma anche della Svizzera, potrebbe diminuire in misura più o meno consistente a seconda dell’entità del riscaldamento del clima. La Svizzera ha adeguato il proprio obiettivo climatico e punta ad azzerare le emissioni nette entro il 2050 (neutralità climatica). Con il passare del tempo aumentano sia la pressione all’azione sia l’importanza delle misure di adattamento, più costose di quelle per la protezione del clima, per contrastare in modo proattivo gli effetti inevitabili dei cambiamenti climatici. Senza contare che gli effetti delle riduzioni delle emissioni di gas serra saranno visibili solo tra 20-30 anni.
Nell’aggiornamento del piano d'azione sull’adattamento ai cambiamenti climatici, il Consiglio federale ha definito le misure a livello federale per il periodo 2020-2025. Dal canto loro, molti Cantoni hanno già elaborato strategie climatiche (vedi p. es. elenco delle strategie di adattamento cantonali pubblicato dall’Ufficio federale dell'ambiente UFAM) prendendo spunto dalle strategie della Confederazione (p. es. zero emissioni nette), mentre sono poche le regioni o i Comuni che hanno sviluppato strategie per il clima proprie.
Come una regione protegge il clima e si adatta ai cambiamenti climatici
Con il programma Regione-Energia l’Ufficio federale dell’energia (UFE) promuove la collaborazione intercomunale per raggiungere gli obiettivi della Strategia energetica 2050. Il programma affianca gli attori nella pianificazione e nell’attuazione dei progetti ed eroga finanziamenti. Regione-Energia non è un marchio e non prevede il versamento di una quota di iscrizione. Per ottenere un finanziamento, i Comuni possono unirsi in un’associazione intercomunale formata da un minimo di 3 a un massimo di 15 Comuni. Alcune regioni NPR e alcuni parchi naturali si stanno già muovendo in questo senso. Ogni due anni viene indetto un bando per i progetti Regione-Energia, mentre ogni anno ne viene indetto uno per finanziare progetti temporanei di piccola entità. Possono essere sostenuti per esempio l’allestimento di un bilancio climatico ed energetico, la pianificazione energetica territoriale o l’analisi del potenziale legato alle energie rinnovabili. I Comuni che desiderano ottenere un label possono contattare l’associazione Città dell’energia. Per sapere quali regioni sono già Regioni-Energia e quali sono i loro referenti, consultare la mappa delle regioni.
Altre possibilità di aiuti finanziari per lo sviluppo regionale
La pubblicazione «Starthilfe kommunaler Klimaschutz» pubblicata nel 2020 dalla SUP della Svizzera orientale (OST) propone misure concrete per la protezione del clima.
La varietà dei paesaggi, base dello sviluppo regionale
Il paesaggio è un elemento fondamentale del marchio «Svizzera». Vi contribuiscono icone mondiali come il Cervino, la Jungfrau o il Lago dei Quattro Cantoni, ma anche la straordinaria varietà paesaggistica concentrata in uno spazio estremamente ridotto. Dall’Arco lemanico alla Valle Maggia, dall’Entlebuch a San Gallo, ogni regione della Svizzera ha un’attrattiva propria e inconfondibile, come luogo di vita e di lavoro, ma anche come spazio ricreativo e turistico. Le qualità paesaggistiche offrono grandi opportunità nell’ottica dello sviluppo regionale sostenibile. Gli attori regionali sono chiamati a identificarle e a trasformarle in valori con attenzione e prudenza.
Statement sullo sviluppo regionale attento al paesaggio
«In ultima analisi si tratta di capire cos’è importante, cosa si apprezza del luogo in cui si vive e delle sue immediate vicinanze.»
Maude Rampazzo, Pro Senectute Vaud, a proposito del progetto pilota «Chateau-d’Oex» (Foto: Pascal Mora, ARE)
«La valle della Limmat è molto di più del brusio dell’autostrada. In base alla nostra esperienza possiamo affermare che percepire e vivere consapevolmente l’ambiente acustico migliora attivamente la qualità della vita.»
Riconoscere il patrimonio culturale e naturale del paesaggio
Utilizzando l'esempio di Ernen, i responsabili del progetto mostrano come si può fare.
Consentire le dinamiche naturali
Utilizzando l'esempio di Délemont, i responsabili del progetto mostrano come funziona.
Paesaggi bernesi: il tesoro a portata di mano
Il Cantone di Berna è unico per la sua diversità di paesaggi. Questa ricchezza multiforme costituisce un vero e proprio tesoro di territorio. Un tesoro che deve essere riconosciuto, preservato, sviluppato e sicuramente apprezzato.
Il potenziale del paesaggio per lo sviluppo regionale
Con il nuovo Programma pluriennale 2024–2031, la Nuova politica regionale potenzia il proprio sostegno alla valorizzazione del paesaggio. Considerare le qualità paesaggistiche e la creazione di valore aggiunto regionale come aspetti complementari e svilupparli contemporaneamente è in linea con la concezione Sviluppo sostenibile nella NRP e con la Concezione Paesaggio svizzero (CPS) approvata dal Consiglio federale nel 2020. Uno dei 14 obiettivi di qualità del paesaggio della CPS prevede di migliorare il paesaggio in quanto fattore strategico per lo spazio di vita e lavorativo, rendendo attrattivi e permettendo di vivere i suoi valori naturalistici e culturali (obiettivo 2). A tal fine lo sviluppo regionale può far leva sulla diversità dei paesaggi con i loro valori naturalistici e culturali tipici della regione (obiettivo 8.A) Il paesaggio è un tema rilevante anche nella nuova strategia «Politica degli agglomerati e Politica per le aree culturali e le regione montane» che gli dedica un obiettivo su cinque. La politica in materia di parchi permette di creare regioni che fungono da esempio per uno sviluppo regionale sostenibile. A oggi ben 19 regioni si sono avvalse delle opportunità offerte da questo strumento.
Sviluppo regionale attento al paesaggio: istruzioni per l’uso
Diversi rapporti e progetti pilota mostrano come concepire uno sviluppo regionale basato su aspetti legati al paesaggio. Lo studio «Landschaft als Leitthema für eine nachhaltige Regionalpolitik» (disponibile in tedesco e francese) ha analizzato 14 esempi in cui lo sviluppo regionale attento al paesaggio è stato concretizzato in una grande varietà di spazi, dimensioni e forme: nelle zone rurali e di montagna così come in quelle urbane e negli agglomerati, nelle periferie e nei centri, nei piccoli comuni e in regioni più grandi. I risultati dell’analisi indicano che i servizi legati al paesaggio svolgono un ruolo importante a livello di attrattiva dello spazio di vita di lavoro, dello svago e del piacere estetico, elementi alla base della valorizzazione turistica. Altri elementi importanti di questa valorizzazione sono la produzione agricola e la cultura della costruzione, spesso collegati con aspetti come i prodotti regionali, la cultura alimentare, la pianificazione locale o la digitalizzazione. Alla base della valorizzazione vi è un approccio consapevole al tema del paesaggio sul piano locale o regionale che permette da un lato di sfruttare in modo mirato i potenziali offerti dal paesaggio e dall’altro di contribuire alla conservazione a lungo termine delle qualità paesaggistiche e a uno sviluppo basato sulla qualità. In tal senso il paesaggio si pone come un campo d’intervento dello sviluppo regionale che consentirebbe di uscire dall’approccio settoriale limitato alla protezione o all’utilizzo per adottare un approccio che sintetizzi entrambi questi aspetti.
Uno strumento particolarmente utile per identificare i potenziali paesaggistici è la consulenza in materia di paesaggio, un servizio fornito da specialisti ai Comuni. Le consulenze sono messe a disposizione gratuitamente dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) fino alla fine del 2024 e in seguito dalla Confederazione in collaborazione con i Cantoni. La consulenza in materia di paesaggio ha lo scopo di rafforzare la competenza d’intervento dei Comuni e di aiutarli a riconoscere le qualità paesaggistiche nei loro campi d’intervento. Finanziati dalla SECO nell’ambito della NPR, anche i management regionali e i portatori di progetti possono far capo al servizio di consulenza in materia di paesaggio. Le esperienze mostrano che i consulenti qualificati aiutano in modo semplice rapido a orientarsi in questo ambito e a individuare i potenziali.
Il vademecum «Sulle tracce delle qualità e dei valori dei paesaggi», pubblicato dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) in collaborazione con l’UFAM, presenta agli addetti ai lavori le conoscenze e le esperienze finora acquisite nell’ambito dello sviluppo regionale attento al paesaggio. Lungo un percorso articolato in sei stazioni, il vademecum spiega l’iter da seguire, illustra i metodi da applicare e fornisce consigli ed esempi pratici.
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Esperienze pratiche di valorizzazione del paesaggio
Nell’ambito del programma Progetti modello per uno sviluppo sostenibile del territorio, otto regioni hanno esplorato diversi approcci per sfruttare il potenziale del proprio paesaggio, partendo da realtà molto diverse le une dalle altre: città e agglomerati, comuni rurali e zone montane discoste. La pubblicazione «Landschaft ist mehr Wert» (in tedesco) presenta i principali risultati di questi progetti.
Valorizzare le specificità regionali: che si situi in una zona rurale, in montagna, in città o in un agglomerato, ogni paesaggio ha particolarità, qualità e valori propri. Alcuni sono poco noti o poco visibili per cui vanno esplorati e analizzati. Dall’industria alle infrastrutture, dagli alpeggi alle gole selvagge.
Comunicazione: le storie personali permettono di identificarsi con il paesaggio. Messaggi chiave incisivi suscitano emozioni positive.
Il paesaggio riguarda tutti: partecipando attivamente, le persone si identificano con il progetto. In questo modo cresce l’interesse per un impegno a lungo termine.
Vivere il paesaggio con tutti i sensi: il paesaggio non si può solo osservare, ma anche toccare, annusare, ascoltare e assaporare. Passeggiate, escursioni, giri in bicicletta, gite scolastiche e workshop all’aperto sono tutte occasioni per vivere queste esperienze fisiche e sensoriali.
Paesaggio in evoluzione: i grandi temi della nostra epoca (cambiamento climatico, transizione energetica, catastrofi naturali, cambiamento demografico, digitalizzazione) si rispecchiano nel paesaggio. Se da un lato hanno un impatto sui progetti di valorizzazione, dall’altro conferiscono loro una base tematica. Le visioni regionali del paesaggio indicano il percorso verso un futuro più sostenibile.
Progetti esemplificativi della Nuova Politica Regionale e dei progetti modello
Valsot GR: vivere il paesaggio percorrendolo a piedi
Con i suoi 900 abitanti, il Comune di Valsot in Bassa Engadina si inserisce in un paesaggio caratteristico con prati secchi ricchi di specie, paesaggi di siepi con un’avifauna diversificata, boschi di larici e colture a terrazza. Da un’indagine è emerso che gli ospiti apprezzavano molto il paesaggio e il suo valore ricreativo, ma ritenevano difficile accedere a informazioni sulla diversità paesaggistica e la varietà delle specie. Oggi è possibile grazie a un’app sviluppata ad hoc che informa in modo semplice e comprensibile sulla storia e l’utilizzo del paesaggio, sull’ecologia e la cultura. Un’altra offerta è rappresentata dai percorsi naturalistici (Natur-Trails), un gioco d’avventura che combina educazione ambientale e divertimento, promuove l’attività fisica e stimola a confrontarsi con il paesaggio. Tramite codici QR si accede a diverse postazioni dove si trovano compiti e contenuti multimediali sul sito in cui ci si trova. Sono previsti altri percorsi che tratteranno temi quali il cambiamento climatico e la salute.
Langenthal BE: trasformare l’agglomerato in un grande giardino
Nell’agglomerato di Langenthal, nel cuore dell’Altopiano che, oltre ad essere altamente urbanizzato, è anche una perla paesaggistica, si trova la «Rete Smeraldo», l’habitat più esteso della Svizzera degno di particolare protezione. Si estende su 18 comuni e ospita 44 specie di flora e fauna minacciate in tutta Europa, nonché 24 tipi di habitat in pericolo. Nel quadro del programma d’agglomerato di 4a generazione l’agglomerato ha sviluppato lo scenario futuro «Gartenagglo Langenthal», dal quale è nato il percorso degli otto giardini, un progetto volto a creare e rendere fruibili otto aree con paesaggi caratteristici e valori naturalistici e culturali. Il percorso paesaggistico a forma di anello collega gli otto giardini e nella sua conformazione di percorso escursionistico circolare si estende per 42 chilometri attraverso diversi Comuni. Lungo questo percorso le misure si concentrano sulla valorizzazione del paesaggio. In siti selezionati sono previste «finestre paesaggistiche» accessibili, con l’obiettivo di evidenziare le specificità storiche, culturali, economiche e naturali.
Sittertobel (SG): il paesaggio fluviale del Tobelwelt Sitter sulla porta di casa
Il paesaggio fluviale del Tobelwelt Sitter, ai margini della città di San Gallo e del Comune di Wittenbach, è molto apprezzato dalla popolazione. Soddisfa l’esigenza di spazi ricreativi di prossimità in cornici suggestive. Il progetto «Tobelwelt Sitter für alle» vuole creare una maggiore attenzione, considerazione e responsabilità verso il paesaggio e valorizzarlo attraverso misure di sensibilizzazione e partecipazione. Dal dialogo tra i «creatori del paesaggio» (i proprietari fondiari da un lato e i fruitori dall’altro) sono nati tre percorsi naturalistici incentrati su particolari elementi paesaggistici nel comprensorio insediativo e ai suoi margini. Un’app spiega quali animali e piante vivono in ogni sito, come cambia il loro habitat nel corso delle stagioni e perché è importante curarlo e tutelarlo.
Château-d’Œx VD: facilitare la scoperta del paesaggio agli anziani
Il paesaggio culturale del Pays-d’Enhaut è stato forgiato da secoli di attività agricola. La popolazione locale apprezza i villaggi come luoghi di vita e di lavoro, i turisti ne apprezzano l’accessibilità d’estate come d’inverno. Un quarto degli abitanti di Château-d’Oex ha più di 65 anni. Per loro la topografia montana rappresenta una sfida. Il Comune vuole tuttavia rendere la ricchezza paesaggistica fruibile a tutti e fare della regione una destinazione privilegiata per le persone anziane. Nell’ambito di workshop e «passeggiate diagnostiche», gli anziani hanno potuto esprimersi su ciò che sta loro particolarmente a cuore del paesaggio e su ciò che rende loro più difficile l’accesso e la scoperta. In seguito il Comune ha realizzato una serie di misure, tra le quali si annoverano marciapiedi ottimizzati, corrimani e soprattutto nuove panchine che consentono di vivere e apprezzare meglio il paesaggio. L’offerta è completata da minipasseggiate della durata di mezz’ora, facili escursioni in gruppo o la rete di autostop «J’te pouce» per migliorare la mobilità.
La Wotzenalp nel Toggenburgo (SG) è una zona palustre d’importanza nazionale con estese zone di torbiere alte e basse, un mosaico di paludi, prati magri, superfici coltivate e boschi. Dalla primavera del 2024, questo suggestivo paesaggio è impreziosito da un sentiero educativo dedicato al clima. Accompagnati dal picchio tridattilo «Woody», gli escursionisti partono da Wolzenalp, attraversano la Ijental per arrivare a Nesslau (SG). Lungo il percorso ricevono informazioni interessanti sulle energie rinnovabili, il clima, l’ecologia e la natura. L’iniziativa si inquadra in un piano di gestione dei visitatori approvato dall’Ufficio cantonale della natura, della caccia e della pesca a tutela degli habitat sensibili e dei paesaggi d’importanza nazionale. L’idea di un sentiero tematico era stata lanciata già dieci anni fa da un gruppo di progetto. Le associazioni Nesslau Tourismus e energietal toggenburg si sono occupate dei contenuti e della realizzazione del sentiero. Diverse aziende della regione hanno contribuito al progetto con apporti tecnici o finanziari. Secondo i promotori il sentiero attirerà fino a 20 000 persone all’anno.
Chi vuole lanciare e implementare efficacemente strategie, programmi e progetti di sviluppo regionale deve comunicare. Ma come si comunica con successo durante la propria attività di programma e di progetto? regiosuisse vi propone nel dossier tematico «Comunicazione» un sommario relativo a informazioni, strumenti e liste di controllo che possono esservi utili durante la pianificazione e l’attuazione della vostra attività di comunicazione. L'accento è posto sulla comunicazione esterna, ossia quella destinata a persone e gruppi esterni all’organizzazione di programma o di progetto. I contenuti del dossier sono aggiornati e completati regolarmente.
La comunicazione della Nuova politica regionale (NPR) coinvolge vari attori che contribuiscono a far conoscere la NPR, i suoi obiettivi, le possibilità e le opportunità che offre, i programmi e le modalità di attuazione e gli effetti ottenuti. La tabella «Ruolo degli attori chiave e compiti di comunicazione nell’ambito della NPR» precisa il ruolo della Confederazione, di regiosuisse, dei Cantoni, delle regioni e dei promotori di progetti nelle attività di comunicazione relative alla NPR.
Video esplicativo NPR
Il 1° gennaio 2024 avrà inizio il terzo programma di attuazione pluriennale della Nuova Politica Regionale (2024-2031). La Segreteria di Stato dell’Economia (SECO) ha realizzato un nuovo video che presenta una panoramica delle priorità e dei punti chiave di questo strumento finalizzato a promuovere lo sviluppo economico delle regioni di montagna, delle aree rurali e delle regioni di confine.
Video esplicativo NPR (versione lunga)
Il video è disponibile in cinque lingue (italiano, tedesco, francese, romanico e inglese). È possibile modificare i sottotitoli dei singoli video a seconda del gruppo target. I video sono disponibili anche con sottotitoli fissi integrati su YouTube: Italiano (sottotitoli DE/FR), Tedesco (FR/IT), Francese (DE/IT), Romancio (DE/IT).
Video esplicativo NPR (versione breve)
Una versione breve, pensata in particolare per i potenziali promotori di progetto, è disponibile in tre lingue (italiano, tedesco e francese).
Istruzioni
Fate conoscere il NPR ad altre persone e stakeholder distribuendo il video. Le possibilità sono
Gli enti e agenzie regionali per lo sviluppo, come ad es. i management regionali, svolgono un ruolo importante nello sviluppo regionale. Ma cosa si intende di preciso per management regionali? Che ruolo ricoprono nel processo di attuazione della Nuova politica regionale (NPR)? Come possono sostenere concretamente i promotori di progetto? Quali fattori contribuiscono al loro successo? Il dossier tematico «Management regionale» fornisce risposte a queste e ad altre domande e riassume importanti documenti e informazioni sull’argomento.
Che cos’è il management regionale?
Il breve video realizzato dalla Rete rurale nazionale tedesca (Deutsche Vernetzungsstelle Ländliche Räume, DVS) presenta il ruolo e i compiti del manager regionale prendendo spunto dal programma europeo LEADER. Gran parte dei contenuti possono applicarsi anche alla realtà svizzera.
Molti comuni hanno deciso di unirsi per dar vita a una regione per vari motivi, ad esempio perché insieme possono svolgere più efficacemente determinati compiti comunali, perché il Cantone delega determinati compiti alle regioni (ad es. piano direttore regionale) o perché perseguono strategie di sviluppo condivise. Le regioni sono spesso organizzate come associazioni di diritto privato, come enti di diritto pubblico o anche come società per azioni. Per svolgere i compiti che vengono trasferiti loro, dispongono generalmente di un’organizzazione (ad es. segreteria) con un mandato di prestazioni e risorse umane e finanziarie proprie.
Nella maggior parte delle regioni l’organizzazione svolge anche la funzione di agenzia regionale per lo sviluppo (ARS) o di management regionale. In questa veste, funge da «motore» e coordinatore dello sviluppo regionale e permette di sfruttare il potenziale regionale schiudendo nuove opportunità di sviluppo.
Il ruolo del management regionale nella NPR
Nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR), la Confederazione e i Cantoni possono promuovere la creazione e la gestione di enti e agenzie regionali per lo sviluppo. Dall’introduzione della NPR nel 2008, sono state create o riformate varie strutture regionali di promozione dello sviluppo regionale che svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione a livello regionale. Questi management regionali – alcuni dei quali organizzati come enti di sviluppo cantonali o intercantonali come arcjurassien.ch – sostengono e consigliano le persone e le organizzazioni nella presentazione delle domande di finanziamento per i progetti NPR o, in alcuni casi, lanciano progetti propri. Generalmente, fungono da «sportelli» regionali non solo per la NPR, ma anche per altri programmi di finanziamento e iniziative di sviluppo regionale, contribuendo in modo significativo ad uno sviluppo territoriale coerente.
Il ruolo delle agenzie RIS
Attraverso la NPR, la Confederazione e i Cantoni promuovono anche i Sistemi regionali di innovazione (RIS) e le agenzie RIS (management RIS), che offrono servizi e consulenza alle PMI che desiderano realizzare innovazioni di prodotto e di processo. Per saperne di più consultare la rubrica «Sistemi regionali di innovazione».
Quali sono i fattori di un management regionale di successo?
Per assumere pienamente il proprio ruolo di attore fondamentale, un management regionale deve vantare un’ampia gamma di competenze e disporre delle capacità sufficienti e del necessario potere d’azione e di decisione. Un solido radicamento nel territorio, una buona rete di contatti e il sostegno (politico) degli enti responsabili dello sviluppo sono la chiave per il successo.
La possibilità di (co)decidere in merito alla concessione di un finanziamento o la possibilità di attuare progetti di sviluppo propri permettono al management regionale di rafforzare la propria percezione e la propria immagine di attore importante dello sviluppo regionale. Questo può avere un effetto positivo sulla motivazione e sull’efficacia. Tuttavia, per evitare conflitti di interesse sono necessarie regole di governance chiare e trasparenti. Per prevenire malintesi e false aspettative, il ruolo svolto dal management regionale in un processo o progetto (consulente, partner di riferimento, facilitatore, coordinatore, o capo progetto ecc.) deve sempre essere chiaro.
La gamma di prestazioni fornite e la specializzazione possono aumentare l’efficacia del management regionale. Un ventaglio di prestazioni diversificato assicura una visione e un’efficacia intersettoriale e interdisciplinare e risponde anche al bisogno di uno «sportello unico» espresso da molti attori locali e regionali. La specializzazione, dal canto suo, permette di utilizzare i fondi e le risorse in modo più mirato e di operare in base a precisi obiettivi.
In sede di attuazione della NPR si sono dimostrati efficaci modelli regionali che coinvolgono le imprese locali o i loro organi di rappresentanza, ad esempio attraverso la l’integrazione istituzionale negli enti di sviluppo regionale oppure tenendo conto degli interessi e dei bisogni delle aziende a livello di contenuti (organo consultivo economico o altro). Lo studio «Organisations de développement régional dans la Nouvelle politique régionale (NPR)» (cfr. link) fornisce una panoramica dei vari modelli regionali (stato 2018) e dei loro vantaggi e svantaggi:
Le seguenti pubblicazioni e rubriche offrono maggiori informazioni su come il management regionale può stimolare, sostenere e coordinare lo sviluppo regionale e lo sviluppo di progetti da parte di attori (economici) regionali:
Come posso fare la differenza nella mia regione? Concepire un progetto che mira a portare un cambiamento in una regione o in una società è impegnativo e spesso complicato. L'approccio del lavoro orientato all'efficacia contribuisce in modo significativo a generare questi cambiamenti invece limitarsi in modo classico alle attività di un progetto.
Sia che siate un nuovo arrivato nello sviluppo regionale, sia che siate una persona attiva nell'attuazione di progetti NPR, questo dossier offre un supporto al lavoro orientato all'efficacia per rafforzare l’effetto di un progetto NPR. A tal fine la NPR utilizza un modello di efficacia che consente una rappresentazione semplificata delle correlazioni tra i vari effetti.
Le istruzioni su come creare un modello d'efficacia, così come una gamma selezionata di supporti di lavoro, hanno lo scopo di sostenervi nella sua elaborazione.
La capacità delle regioni di trasformare cambiamenti e crisi in occasioni di sviluppo grazie alle proprie risorse economiche, sociali ed ecologiche può essere definita resilienza regionale. Ma cosa significa questo nell’ottica dello sviluppo regionale? Come possono le regioni essere meglio preparate ad assorbire eventuali shock futuri ed uscirne rafforzate? Questo dossier presenta il tema della resilienza e propone possibili approcci concreti a livello regionale.
L’informazione e il coinvolgimento dei portatori di interessi (stakeholder) sono essenziali per il successo dello sviluppo regionale, urbano et comunale. Lo scoppio della pandemia di coronavirus ha rafforzato l’uso dei canali e dei formati digitali. I formati virtuali schiudono nuove strade e nuove opportunità soprattutto per il lancio o la progettazione di processi di sviluppo (strategico), ma anche per lo sviluppo e l’attuazione di progetti.
Negli ultimi mesi il team di regiosuisse ha maturato una solida esperienza nell’organizzazione di workshop online e nelle possibilità di partecipazione virtuale. In collaborazione con altri attori dello sviluppo regionale, urbano e comunale ha elaborato una panoramica sulla partecipazione elettronica che evidenzia le opportunità e i limiti dei formati di partecipazione virtuale e illustra gli aspetti da considerare in sede di pianificazione e implementazione.
Esistono possibilità di partecipazione virtuale sia nei processi formalizzati (ad es. pianificazione del territorio, e-government) sia in quelli non formalizzati (ad es. elaborazione di strategie di sviluppo regionale o progetti di sviluppo a livello comunale). Nella panoramica seguente ci concentriamo sui processi non formalizzati.
Nuovo video sul progetto Smart Villages / Smart Regions
In un processo partecipativo che ha coinvolto la popolazione sono state elaborate e sviluppate misure per sfruttare le possibilità digitali in modo da migliorare la qualità della vita e l’attrattiva della piazza economica regionale.
La Nuova Politica Regionale (NPR) è uno strumento che permette alla Confederazione, rappresentata dalla Segreteria di Stato dell'Economia (SECO), e ai Cantoni di sostenere lo sviluppo economico delle regioni di montagna, delle aree rurali e delle zone di frontiera svizzere.